La Gazzetta dello Sport, 16 aprile 2009
Tempesta su Michele Santoro e su Annozero, dopo la puntata di giovedì scorso, critica verso i soccorsi in Abruzzo organizzati dalla Protezione civile e la presunta imprevidenza del governo
Tempesta su Michele Santoro e su Annozero, dopo la puntata di giovedì scorso, critica verso i soccorsi in Abruzzo organizzati dalla Protezione civile e la presunta imprevidenza del governo. Ieri mattina il direttore generale Mauro Masi, al termine di un vertice col presidente Paolo Garimberti, ha preteso con una lettera inviata a Santoro, al direttore del Tg3 Antonio Di Bella e al direttore di RaiDue Antonio Marano, che fin dalla puntata di stasera «siano attivati i necessari e doverosi riequilibri informativi specificatamente in ordine ai servizi andati in onda dall’Abruzzo ». stata anche decisa la sospensione per una puntata del disegnatore Vauro, imputato di una vignetta in cui un uomo di fronte a una fila di casse da morto esclama: «Aumento delle cubature. Dei cimiteri». Masi ha valutato la battuta «gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti e in contrasto con i doveri e la missione del servizio pubblico». Stasera, nella puntata che sarà nuovamente dedicata al terremoto (Santoro però lo aveva deciso fin da martedì), Vauro sarà rimpiazzato da Sabina Guzzanti. Gli altri ospiti: Antonio Di Pietro, il giornalista del Sole 24Ore Mariano Maugeri, il capo della Sala Italia della Protezione civile Titti Postiglione, il deputato di Forza Italia, nonché avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini.
• La puntata di giovedì scorso è stata così tremenda?
Il primo a indignarsi è stato Feltri su Libero, già il giorno dopo. Aldo Grasso, sul Corriere, è intervenuto il sabato sostenendo che il programma era stato costruito su una tesi preconcetta: «Attaccare la Protezione civile, specialmente Guido Bertolaso, i Vigili del Fuoco, la comunità scientifica che non ha dato ascolto agli avvertimenti di Giampaolo Giuliani, gli amministratori locali, il ponte sullo Stretto, Berlusconi, il governo ». Il pezzo chiudeva dichiarando che Santoro aveva fatto abuso della sua libertà d’informazione. Il caso è però esploso sul serio domenica: Fini, arrivato all’Aquila, parla di «indignazione profonda» per una trasmissione «indecente che specula sugli indici di ascolto». Subito dopo ha detto la sua Berlusconi: «Di quello (cioè di Santoro, ndr) non parlo. Una tv pubblica non può comportarsi così ». A questo punto è cominciata la mobilitazione del vertice Rai fresco di nomina. Prima un comunicato di «forte sostegno alla Protezione civile», poi l’annuncio di «approfondimenti». Ieri le decisioni.
• Giuste?
I politici devono imparare a lasciar perdere i giornalisti. Santoro è sempre fazioso, dunque nella definizione di «servizio pubblico» è ammessa l’idea che si possano fare trasmissioni a tesi. Se ne è reso conto anche Aldo Grasso che, dopo quel primo pezzo, ha specificato che il problema era probabilmente di opportunità: mentre i soccorritori si dannavano l’anima per i terremotati, bisogna forse andarci più cauti, sia con le parole che con i disegni.
• Lo manderanno via dalla Rai?
Il quotidiano Il Riformista aveva ipotizzato che Santoro avesse forzato la mano per trattare la sua uscita da una posizione di forza e diventare poi fornitore dall’esterno dei programmi. Marano, direttore di Rai 2, ha smentito: il conduttore ha già il contratto per 12 puntate l’anno prossimo.
• Ma allora di che cosa stiamo parlando?
Santoro è legato alla Rai da un accordo molto strano, sottoscritto nel 2006 con Alfredo Meocci. Il conduttore aveva rinunciato al seggio europeo e rientrava in azienda. Al governo c’era Prodi. Si stabilì che Annozero non era riconducibile a nessuna direzione di testata o di rete, che Santoro avrebbe avuto il grado di direttore e come referente effettivo il direttore generale. Nessun controllo editoriale sulla scaletta né sulla filosofia di ciascuna puntata.
• Non va bene?
Beh, il prodotto giornalistico – scritto o in video – ha di regola un filtro. Non si tratta di censura, ma di armonia tra le varie parti di un insieme. Un articolo di giornale o un programma tv non è un prodotto isolato, sta in mezzo ad altre cose con cui inevitabilmente si relaziona. Vespa, che sul caso ha scritto una lettera a me (l’ho letta ieri mattina in diretta durante la mia trasmissione Ultime da Babele su Radiouno alle 8.25), sostiene che Santoro è un privilegiato e che se lui si fosse permesso di fare quello che è stato concesso a Santoro lo avrebbero già mandato via dall’azienda. Santoro gli ha risposto dal sito: vieni a vedere come lavoriamo. Vespa ha controreplicato: ti incontro quando vuoi. Potrebbe anche finire con un duello rusticano. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 16/4/2009]