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 2009  aprile 25 Sabato calendario

Oggi è il 25 aprile, anniversario della Liberazione. Per la prima volta, celebrano la festa tutti quanti, non solo gli esponenti politici della sinistra e del cen­tro, ma anche Berlusconi e gli altri leader del centro-destra, Lega compresa

Oggi è il 25 aprile, anniversario della Liberazione. Per la prima volta, celebrano la festa tutti quanti, non solo gli esponenti politici della sinistra e del cen­tro, ma anche Berlusconi e gli altri leader del centro-destra, Lega compresa. Forse è un se­gno di riconciliazione naziona­le, come sperano tutti, forse è un’altra furbata del Cavaliere e dei suoi alleati, come insinua Di Pietro, secondo il quale a Ber­lusconi «non gliene frega nulla di partecipare alla ricorrenza della Liberazione, vuole solo strumentalizzarla ai fini del consenso e questa è una frode».

Lei me lo spiega tutti gli anni e io me lo dimentico sempre: 25 aprile del 1943, del 1944 o del 1945? Liberazione dai fasci­sti? Dai tedeschi?
25 aprile 1945. E liberazio­ne dallo straniero, cioè dai te­deschi. Il 25 aprile del 1945 i partigiani entrarono nelle grandi città e ne presero pos­sesso. Due giorni dopo, il 27 aprile, Mussolini, la Petacci e gli altri che col duce tentavano di scappare in Svizzera furono catturati a Dongo, tenuti rin­chiusi per una notte e fucilati il giorno dopo a Giulino di Mezzegra, sul lago di Como. Le spoglie dei fucilati vennero portate a piazzale Loreto, in Milano, appese a testa in giù e abbandonate al ludibrio della folla. Molti italiani andarono a sputare sui corpi morti e a lor­darli in tutti i modi possibili. Una scena invereconda. Ieri, credendo di fare chi sa che co­sa, qualcuno ha appeso un fan­toccio di Borghezio a testa in giù davanti alla sede della Le­ga di Torino, in via Poggio. Cartello scritto in vernice ne­ra: «Borghezio… piazza Lore­to c’è ancora posto». Durante i cortei di una volta era frequen­te il grido «Piazzale Loreto», che adesso si sente un po’ me­no, ma qualche volta risuona ancora. Celebrando il 25 aprile sarà bene chiarire che piazza­le Loreto e il relativo compor­tamento degli italiani furono una vergogna.

Perché ci sono tante polemi­che intorno a questa data? Non dovrebbe essere una di quelle ricorrenze che mette tutti d’accordo?
Vi furono partigiani di tutti i tipi: comunisti, socialisti, cat­tolici, liberali. Ma, dopo la guerra, i comunisti seppero fa­re della Resistenza una cosa lo­ro, alla quale gli altri si aggre­gavano – dico: nella comme­morazione e nel ricordo – con l’aria dei comprimari.

Quanti erano, poi, i partigiani?
All’inizio, cioè dopo l’8 settem­bre, andarono in montagna più o meno in settemila. Il popolo dei resistenti crebbe poi con le probabilità della vittoria, fino a raggiungere una consistenza di 300 mila combattenti. Cioè, gli italiani si persuasero a prende­re le armi man mano che si rese­ro conto di come sarebbe anda­ta a finire, una inclinazione che Flaiano in seguito avrebbe chia­mato «corsa in soccorso del vin­citore ». Sono passati 64 anni ed è forse possibile parlare della Resistenza, del 25 aprile e del resto con franchezza, ricono­scendo eroismi e bassezze sen­za finzioni e senza retorica. La riconciliazione generale passa anche da qui. Come ignorare, per esempio, mentre si celebra l’eroica lotta al nazismo, la san­guinosa persecuzione dei fasci­sti messa in atto dopo la guerra dai militanti comunisti? Que­sto ben sapendo che il 25 aprile è il fondamento della nostra vi­ta democratica di oggi. Comun­que, è proprio la natura di «fe­sta comunista» prevalente nel­le celebrazioni del passato che ha tenuto il centro-destra lonta­no, fino ad oggi, dal 25 aprile.

Quindi, oggi, il centro-destra si accosta al 25 aprile perché nessuno pensa più che sia una festa comunista?
La sinistra è in un tale stato di debolezza, che Berlusconi può andare a Onna e far sua anche questa ricorrenza. Il significato politico della conversione del Cavaliere – il cui discorso è atte­so con grande curiosità – è pro­prio questo. Formigoni parlerà a Milano in piazza Duomo (do­ve la Moratti, che in questa occa­sione viene regolarmente conte­stata e fischiata, resterà a casa) al termine del previsto corteo, La Russa accompagnerà il capo dello Stato nel suo giro istituzio­nale e parlerà, e anche qui sarà interessante sentire il discorso di un ex fascista che ha già mes­so tutti in imbarazzo l’anno scor­so difendendo i ragazzi di Salò. I leghisti poi sono scatenati. Ma­roni, che fino a pochi anni vole­va la secessione, ha detto che il 25 aprile è «una data incancella­bile in cui nacque l’Italia libera e democratica». Bossi ha raccon­tato di provenire da una fami­glia partigiana.

La sinistra, come ha reagito a questa mobilitazione degli av­versari?
Alcuni, come Rosy Bindi, felici­tandosene. Altri con una certa rabbia. Oltre Di Pietro, anche Ferrero l’ha presa male, ha in­vitato Berlusconi a fare profes­sione pubblica di antifasci­smo, ha sostenuto che La Rus­sa vuole vietare l’esecuzione di Bella ciao, notizia subito smentita, eccetera. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 25/4/2009]