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 2009  aprile 27 Lunedì calendario

Il punto sull’influenza suina che sta terrorizzando il mondo è il seguente: Il Messico è il Paese dove, a quan­to si sa finora, è scoppiata l’epi­demia

Il punto sull’influenza suina che sta terrorizzando il mondo è il seguente: Il Messico è il Paese dove, a quan­to si sa finora, è scoppiata l’epi­demia. I morti sono certamente 20, molto probabilmente 81. Si leggono corri­spondenze giornalistiche o reso­conti da blog in cui la popolazio­ne accusa il governo di aver na­scosto a lungo la verità. Queste voci dal basso affermano che le vittime sono molte di più di quel­le dichiarate. Stati Uniti Proclamato lo stato d’emergenza, anche se finora non ci sono stati morti. Otto casi registrati a New York, 2 in Kan­sas, 2 in Texas, 6 in California. Il ministro per la sicurezza Janet Napolitano ha annunciato che sarà distribuito il 25% dei 50 mi­lioni di dosi disponibili di Tami­flu e Relenza. Canada Quattro casi. Europa Sei casi in Spagna, quattro casi sospetti in Francia. Italia Nessun caso. Non impor­tiamo né maiali né carne di ma­iale dal Messico, le nostre autori­tà assicurano che per ora non c’è alcun pericolo, abbiamo anche noi 40 milioni di dosi di Tami­flu. Giorgio Palù, presidente del­la Società europea di virologia, ha detto a Margherita de Bac del Corriere della Sera: «L’Italia è bene attrezzata dal punto di vi­sta della sorveglianza, organiz­zazione, rete di prevenzione e farmaci. Non c’è ragione di allar­me ». Secondo Palù abbiamo 80 mila cicli di terapia in compres­se e un milione di dosi spray di oseltamivir ( Tamiflu) e zanami­vir ( Relenza). Ieri una quaranti­na di italiani in partenza per Cit­tà del Messico da Malpensa han­no preferito perdere i soldi e re­starsene a casa. Resto del mondo Ci sono dieci casi sospetti in Nuova Zelanda (college di Rangitoto, Auckland: avevano fatto una gita in Messi­co e sono rientrati sabato matti­na). Putin ha firmato un provve­dimento urgente per la creazio­ne di una commissione che lavo­rerà per la prevenire la diffusio­ne sul territorio russo del virus, stato di allerta in Argentina, che­ck- point per controllare gli arri­vi a Hong Kong, Giappone e Ci­na. Un primo caso sospetto è sta­to segnalato anche in Brasile e 9 in Colombia. Keji Fukuda, re­sponsabile dell’Oms, ha detto che «il mondo non è mai stato così pronto ad affrontare una potenziale epidemia».

Ma dunque con queste poche decine di casi, si può già parla­re di un’epidemia?
Si può temere un’epidemia, an­zi, più correttamente: una pan­demia, cioè «un’epidemia pe­sante e largamente espansa a livello geografico», secondo una definizione del professor Fabrizio Pregliasco. Gli stati di allerta per la pandemia sono sei: i primi due riguardano la circolazione di virus che non si attaccano all’uomo, il terzo se­gnala un inizio di rischio pan­demico, ed è quello in cui ci tro­viamo adesso. Il professor Palù ha detto che non sarebbe stra­no un passaggio al quarto livel­lo, caratterizzato da un nume­ro maggiore di infezioni.

Che differenza c’è tra questo virus e quello dell’aviaria?
E’ impossibile dirlo adesso, per­ché del virus di questa influen­za suina si sa ancora troppo po­co. Si sa solo che è un H1N1, co­me quello della terribile spa­gnola del ”18. Il virus dell’avia­ria era un H5N1 e passava con molta difficoltà all’uomo.

Però sull’aviaria si fece un gran rumore e poi non è suc­cesso niente.
Sì, molti scienziati adesso dico­no che il grande allarme di quella volta fu un errore. C’è il pericolo infatti che il moltipli­carsi di grida per rischi che poi non si materializzano induca assuefazione e scetticismo. L’ideale per essere colpiti sul se­rio quando la pandemia arrive­rà davvero.

Perché? La pandemia arriverà davvero?
Gli scienziati pensano di sì, che prima o poi arriverà davvero. Probabilmente prima del 2017. Non è detto che la volta buona sia questa.

Se l’influenza viene dal maiale perché non c’è pericolo a man­giare salami e il resto?
Il maiale ha fatto solo da incu­batore, permettendo che si cre­asse una chimera formata da pezzi di codice genetico di vi­rus aviari, suini e forse umani. A noi la malattia arriva dal Mes­sico e questo è strano, perché il grande incubatore di tutte le pandemie è sempre stata consi­derata la Cina. Lì uomini e uc­celli vivono in promiscuità e il passaggio del virus, per esem­pio dal pollo all’uomo, è più probabile. Hanno 13 miliardi di polli e mezzo miliardo di maia­li, carne per cui vanno matti. Cioè, c’è tutto quello che ci vuo­le per dar luogo alla ricombina­zione micidiale. Può darsi che il virus ci risulti di origine mes­sicana solo perché non abbia­mo abbastanza notizie. Anche se Città del Messico è un agglo­merato umano spaventoso, 20 milioni di persone in un’unica città e con troppi quartieri in condizioni igieniche indescrivi­bili. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 27/4/2009]