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 2009  aprile 28 Martedì calendario

In Messico le persone sicuramen­te uccise dall’influenza suina so­no ancora 20, ma le morti sospet­te, o molto sospette, sono 149 e la popolazione ufficialmente am­malata è di 1650 persone

In Messico le persone sicuramen­te uccise dall’influenza suina so­no ancora 20, ma le morti sospet­te, o molto sospette, sono 149 e la popolazione ufficialmente am­malata è di 1650 persone. Il no­stro ambasciatore a Città del Messico ha detto che dopo una domenica spettrale ieri è torna­ta un po’ di vita nelle strade. Le scuole restano comunque chiuse fino al 6 maggio, data entro la quale le autorità si propongono di abbassare drasticamente il numero di infettati. Si sta anche valutando – con sindacati e im­prese – la possibilità di sospen­dere qualunque attività econo­mica. Il Paese è stato colpito an­che da una scossa di terremoto, magnitudo 5.8 della scala Ri­chter: epicentro dalle parti di Acapulco; gli abitanti di Città del Messico l’hanno sentita net­tamente, non si sa se ci siano sta­te vittime. La Borsa è andata giù del 5%, ma sono andate giù – anche se meno nettamente – pu­re le Borse del resto del mondo. Gli operatori speculano sull’in­fluenza, vendendo i titoli delle compagnie di viaggio e compran­do quelli delle case farmaceuti­che.

In Europa?
Un caso accertato in Spagna, due nel Regno Unito. Ci sono poi segnalazioni, tutte da verifi­care, in Svizzera, Germania, Danimarca, Svezia. Tutta gen­te che è tornata dal Messico o, certe volte, dalla California. Si tratta di una trentina di perso­ne, nessuna delle quali, per quello che si sa al momento, è in pericolo di vita.

In Italia nessun caso?
Nessuno. Il ministero ha istitui­to un numero verde – 1500 – funzionante dalle 8 di mattina alle 8 di sera. Chi crede di ave­re qualche sintomo o qualcosa da dire può telefonare lì. Ri­spondono esperti. Domenica sera il 118 ha portato all’ospeda­le delle Malattie infettive di Ve­nezia un’italiana con la febbre alta che era appena rientrata dalla California. L’hanno mes­sa in isolamento e hanno spedi­to un campione di sangue a Pa­dova: negativo su tutta la li­nea. Le hanno fatto per sicurez­za anche il test Pcr (reazione a catena della polimerasi). Risul­tati in giornata.

Si può escludere che l’epide­mia arrivi in Italia?
Pietro Crovari, ordinario di Igiene generale all’università di Genova, ha detto: «E’ sconta­to che questa influenza arrive­rà anche in Italia, ma non sarà una tragedia perché siamo in presenza di un’influenza nor­male, non come l’aviaria. Sare­mo certo più favoriti se riuscire­mo ad avere il contagio il più tardi possibile. Non parlerei di pandemia, però, ma di epide­mia influenzale. Non ci trovia­mo di fronte a un virus del tut­to nuovo perché si tratta del­l’erede dell’H1N1 isolato nel 1933. Questo virus che sta col­pendo il Messico forse è muta­to nel 60-70% ma non è comun­que completamente nuovo». Capisce? Crovari dice che arri­verà, ma che non si tratta di questo gran nemico. Secondo lui, la cureremo quasi come un’influenza qualunque.

Ma se in Messico ha fatto cen­to morti...
Lo so. E infatti negli Stati Uniti, dove hanno a che fare con 40 casi, considerano la cosa preoc­cupante. Hillary Clinton, dopo una dichiarazione più rassere­nante di Obama, ha detto che l’America prende l’influenza «molto sul serio». Tuttavia la Casa Bianca ha deciso di non chiudere la frontiera con il Mes­sico, e Richard Besser, diretto­re del Centro di controllo e pre­venzione delle malattie, ha cri­ticato il comunicato della Ue con cui si sconsiglia di andare in Usa. «A questo stadio non im­porrei delle restrizioni né scon­siglierei i viaggi negli Stati Uni­ti ». Senonché bisogna intender­si sull’espressione «questo sta­dio »: l’allarme è salito a livello 4, ma l’Oms, il cui vertice è riu­nito a Ginevra, ha fatto filtrare la notizia che potrebbe alzarlo anche al 5. Le ricordo che que­sta scala ha il suo massimo livel­lo al grado 6, che coincide con quello della pandemia concla­mata, cioè del momento in cui il contagio passa da uomo a uo­mo in quantità consistenti. Wal­ter Pasini, direttore del Centro di Global health dell’Oms, ha detto: « sicuramente un allar­me internazionale. Si tratta di un’infezione che ha colpito molti stati degli Usa e del Messi­co, non vi è dubbio che ci sia il rischio di una propagazione ul­teriore e che il virus suino pos­sa assumere i tratti di una pan­demia e raggiungere facilmen­te l’Europa attraverso i viaggi internazionali».

Conseguenze sul consumo di carne di maiale?
Almeno da noi, e almeno fino­ra, non ce ne sono. Ieri un co­municato della Camera di Com­mercio di Milano ha riferito che i prezzi nelle 745 macelle­rie della città mostrano un cedi­mento di appena un centesi­mo. Anche un sondaggio di Sky ha dato risultati coerenti con questo dato: il 70% degli italiani continuerà tranquilla­mente a mangiare carne di ma­iale. I nostri concittadini, a quanto pare, di paura ne han­no poca. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 28/5/2009]