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 2009  maggio 22 Venerdì calendario

Bisogna raccontare la giornata di Berlusconi. Infatti con un solo discorso, che poi doveva essere un semplice saluto, il presidente del Consiglio è riuscito a: 1) allar­gare ancora di più il solco che lo divide da Fini; 2) rendere ancora più infuocata la guerra ai magi­strati; 3) mettere in imbarazzo la presidente di Confindustria Marcegaglia impropriamente pa­ragonata a una velina

Bisogna raccontare la giornata di Berlusconi. Infatti con un solo discorso, che poi doveva essere un semplice saluto, il presidente del Consiglio è riuscito a: 1) allar­gare ancora di più il solco che lo divide da Fini; 2) rendere ancora più infuocata la guerra ai magi­strati; 3) mettere in imbarazzo la presidente di Confindustria Marcegaglia impropriamente pa­ragonata a una velina.

Quest’ultima mi pare la più gros­sa. Com’è andata?
Si tratta in definitiva della soli­ta gaffe, non si sa se involonta­ria o studiata. Ieri c’era l’assem­blea di Confindustria e il gover­no doveva esprimersi per bocca di Scajola, il ministro delle Atti­vità produttive. E infatti Scajola ha parlato, un discorso che le agenzie, in presenza del fiume Berlusconi, hanno ridotto a quattro righe. Il premier stava seduto in platea accanto a Fini. Marcegaglia, finito il suo inter­vento, lo ha invitato a salutare gli imprenditori. Il Cavaliere è salito sul palco ed è stato accol­to da un’ovazione. Poi l’esor­dio: ieri è venuta da me Emma a portarmi la relazione che avreb­be letto stamattina e sapete co­me me l’ha annunciata l’uscie­re? «Presidente, c’è di là una ve­lina… ». Nelle intenzioni di Ber­lusconi doveva essere un com­plimento, dato che la Marcega­glia ha 44 anni e se li porta benis­simo. Ma la presidente di Con­findustria non ha gradito: «Non ho niente contro le veline e quando si hanno 40 anni fa an­che piacere sentirsi dire di esse­re come una velina. Ma preferi­sco essere considerata come ha detto Bonanni, una persona se­ria, onesta e libera che sta por­tando avanti un lavoro concre­to ». A proposito: Bonanni è il ca­po della Cisl, che è riunita per il suo XVI Congresso. Bonanni ha proposto, tra l’altro, che una parte degli utili sia riservata ai lavoratori in modo da rivaluta­re i salari fermi da dieci anni.

Berlusconi ha parlato di que­sto?
Macché. Guardi che doveva so­lo essere un semplice saluto. So­lo che il nostro presidente del Consiglio l’ha subito trasforma­to in un vero e proprio comizio. Tra la perplessità dei presenti, si deve dire, dato che l’Assem­blea di Confindustria deve piut­tosto occuparsi di imprese, lavo­ro, crisi, riforme di struttura, pubblica amministrazione, cre­diti da riscuotere da ministeri ed enti locali, eccetera. Invece il capo del governo ha cominciato un’altra volta a pestare sui magi­strati: «estremisti di sinistra», «la giustizia penale è una pato­logia », soprattutto «non ci fer­meremo fino a quando non sarà separato l’ordine dei magistrati dall’ordine degli accusatori». L’Associazione Nazionale Magi­strati gli ha risposto che Berlu­sconi mette in pericolo la demo­crazia. Insomma, siamo tornati al muro contro muro. Teniamo conto che anche Umberto Bos­si, il leader della Lega, ha detto la sua l’altro giorno sulla que­stione: vuole i giudici eletti dal popolo.

E Fini?
Berlusconi a un certo punto ha detto che il Parlamento è un or­ganismo pletorico, che il nume­ro dei deputati va ridotto, che gli onorevoli votano alla cieca, guardando il capogruppo per sa­pere che cosa devono fare... Bi­sogna che il premier abbia più poteri, ha aggiunto, perché og­gi conta poco o niente. Fini, pre­sidente della Camera, sentito questo discorso, che non è nuo­vo, è andato a dettare una dura dichiarazione alle agenzie: «L’Assemblea di Montecitorio può essere giudicata, con i suoi 630 membri, pletorica ma certo non può essere definita né inuti­le né controproducente. inac­cettabile la privazione del Parla­mento delle sue essenziali fun­zioni di indirizzo generale, di controllo dell’operato del Go­verno, di esercizio del potere le­gislativo ». Ha precisato che, quando s’è trattato di votare il federalismo, il Parlamento non ha dato l’impressione di essere pletorico né inefficiente.

Ma perché il Cavaliere fa così?
Siamo in campagna elettorale e Berlusconi sente che la ferita Veronica-Noemi non si è rimar­ginata, lavora anzi sotto sotto a logorargli l’immagine. La moti­vazione della sentenza Mills, poi, non è uno scherzo. Per il premier si tratta di recuperare e in queste situazioni lui esaspera sempre i toni.

Funzionerà anche stavolta?
I sondaggi dicono di sì: il Pdl vie­ne collocato intorno al 40% e forse oltre. Il Pd sta al 26 e forse addirittura al 23. Di Pietro e Le­ga avanzano ma non dovrebbe­ro superare il 10. Dunque, Berlu­sconi non perderà le Europee e forse tenterà addirittura la car­ta del referendum. Però, il cli­ma non è più quello di prima e persino un giornale amico co­me il Foglio lo ha scritto: la luna di miele con il Paese è finita… [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 22/5/2009]