La Gazzetta dello Sport, 29 maggio 2009
Il ministro Brunetta ha detto che «bisogna mandare i poliziotti nelle strade. Ma non è facile farlo: non si può mandare in strada il poliziotto ’panzone’ che non ha fatto altro che il passacarte, perché in strada se lo mangiano»
Il ministro Brunetta ha detto che «bisogna mandare i poliziotti nelle strade. Ma non è facile farlo: non si può mandare in strada il poliziotto ’panzone’ che non ha fatto altro che il passacarte, perché in strada se lo mangiano». I poliziotti, a sentirsi chiamare «panzoni» (e, conoscendo Brunetta, «quasi fannulloni ») si sono arrabbiati. Per esempio, Felice Romano, segretario del Sindacato Italiano Appartenenti Polizia (Siulp) ha risposto così: «La misura è colma: qualcuno arresti le uscite fuori luogo di Brunetta prima che sia troppo tardi. Le donne e gli uomini della Polizia di Stato hanno tanti e troppi problemi da affrontare, non possono farsi carico delle stravaganze di uomini che dovrebbero rappresentare lo Stato ai massimi livelli e passano il loro tempo insultando a più non posso chi per 1300 euro al mese rischia la pelle, e spesso ce la lascia, sulle strade». Brunetta nel pomeriggio s’è pentito: «Nessuna volontà di offendere nessuno, ma solo una constatazione scherzosa per dire che chi per tanti anni ha fatto il burocrate dietro una scrivania, è difficile faccia il poliziotto alla Starsky e Hutch per la strada. Chiedo scusa ai bravissimi poliziotti con la pancia, nessuna offesa nei loro confronti, ma solo la constatazione che un eccesso di impegno burocratico delle forze dell’ordine ha spesso snaturato la missione principale del sistema sicurezza che è quella di stare per la strada per la sicurezza dei cittadini. Meno burocrazia, tra le forze dell’ordine e più qualificazione dell’ordine pubblico».
• Che ne dice?
Bisogna dare due risposte. Una riguarda il problema sollevato dal ministro, l’altra ha a che vedere con il ministro stesso e con il suo stile. Per quanto riguarda il problema, è un fatto che l’Eurispes, in un rapporto diffuso poche settimane fa, certifica che l’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di uomini impegnati nelle forze dell’ordine: 330 mila tra carabinieri, polizia, guardia di finanzia, forestale e polizia penitenziaria. Significa 571 addetti ogni 100 mila abitanti. In Germania sono 321, in Gran Bretagna 268, in Francia 227. E non stiamo considerando altri 120 mila effettivi che formano il corpo delle polizie municipali, provinciali, regionali, i vigili urbani eccetera. Anche in termini di soldi, siamo nelle prime posizioni: diamo alle forze dell’ordine 500 euro a testa, il 2,1% della ricchezza nazionale. Spende più di noi solo il Regno Unito (2,5%), gli altri ci stanno dietro e di molto: Spagna 1,85%, Germania 1,7%, Francia 1,2%. Anche qui senza considerare vigili urbani e altri corpi locali.
• E allora?
Però almeno 50 mila tra poliziotti e carabinieri stanno in ufficio a sbrigare pratiche burocratiche. Poi ci sono quelli che svolgono compiti di segreteria nei tribunali e l’enorme numero di agenti addetti a compiti di autista o di scorta dei potenti. Se ne può avere un’idea considerando che le auto blu dovrebbero essere (è una stima) circa 570 mila (negli Stati Uniti 73 mila, in Germania 54 mila). Infine c’è il problema dell’età media degli addetti alla sicurezza pubblica, circa 45 anni, davvero troppo.
• Come mai?
L’abolizione della leva ha prosciugato una fonte costante di ringiovanimento, costituito dalle persone che, finito il servizio militare, passavano ai carabinieri o alla polizia.
• Quindi sostanzialmente Brunetta ha ragione.
Ha ragione da una parte, ha torto dall’altra. Perché poi è vero che senza risorse, senza benzina da mettere nei serbatoi delle macchine, senza incentivi che tengano su il morale, senza addestramento adeguato e armi moderne, avere tanti uomini serve a poco. E questo spiega le scuse del pomeriggio. Resta perciò il problema di un ministro che grida provocazioni su provocazioni, andando evidentemente in cerca dello scontro.
• Come se lo spiega?
Intanto Brunetta ha constatato – e noi con lui – che l’effetto annuncio ha una sua efficacia. Gli è bastato dire che non avrebbe dato tregua ai fannulloni per vedere calare nettamente l’assenteismo, fenomeno che l’altro giorno mi ha confermato persino il sindaco democratico di Genova, Marta Vincenzi. Anche il carcere minacciato ai medici che fanno troppo facilmente certificati di malattia avrà soprattutto un effetto-annuncio: fino a ieri i dottori non rischiavano niente, adesso se firmano con troppa leggerezza qualcosa può succedergli e vedrà che i certificati diminuiranno. E tuttavia non sempre l’effetto-annuncio ha senso. Per esempio, in questo caso, gridare alle panze dei poliziotti non le farà sparire. E non esimerà Brunetta e gli altri ministri preposti a ripensare tutta l’organizzazione, soldi compresi. Altrimenti bisognerà rassegnarsi e tenersi le panze. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 29/5/2009]