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 2009  giugno 05 Venerdì calendario

Sembra incredibile, ma doma­ni si vota. E al voto siamo arri­vati quasi senza accorgercene...• Già, strano, no?Siamo rimasti impigliati in No­emi, Veronica, Gino e quant’al­tro

Sembra incredibile, ma doma­ni si vota. E al voto siamo arri­vati quasi senza accorgercene...

Già, strano, no?
Siamo rimasti impigliati in No­emi, Veronica, Gino e quant’al­tro. Solo che era campagna elettorale.

Che cosa si deve eleggere esattamente? Il Parlamento europeo, mi pare, no?
Non solo il Parlamento euro­peo. Anche un bel po’ di consi­gli provinciali e relativi presi­denti, e praticamente la metà dei consigli comunali esisten­ti, con relativi sindaci. Quindi è un turno molto importante, se non altro per la massa teori­ca di gente che sposta. Dico «teorica» perché poi si preve­de un’astensione notevole, probabilmente favorita dal fat­to che si vota di sabato e dome­nica invece che, come al soli­to, di domenica e lunedì. Pa­recchi, col bel tempo, si go­dranno il weekend, partendo il venerdì sera e rientrando ma­gari il lunedì mattina. Comun­que, in Italia le urne saranno aperte sabato dalle tre del po­meriggio alle dieci di sera e do­menica dalle sette di mattina alle 22. Scrutini già domenica sera, cominciando dalle Euro­pee e dai candidati all’estero.

Se si vota per Europa, Provin­cia e Comune, dovremmo rice­vere tre schede.
Sì, se si abita in un posto dove si rinnovano anche le assem­blee locali si riceveranno tre schede. La scheda per le Comu­nali è di colore azzurro, quella per le Provinciali di colore gial­lo e quella per le Europee cam­bia a seconda della circoscri­zione: grigio per il Nord­Ovest, marrone per il Nord­Est, rosso per il Centro, aran­cione per il Sud, rosa per le Iso­le. Come ci sono tre colori, co­sì ci sono anche tre sistemi elet­torali, anzi quattro. Voto per eleggere consiglio comunale e sindaco nei Comuni con più di 15 mila abitanti: si barra il sim­bolo della lista e in questo mo­do si vota anche per il candida­to sindaco collegato; si barra il simbolo del candidato sindaco e in questo modo non si vota per la lista; si barrano lista e nome del sindaco e in questo modo non ci sono dubbi; si pos­sono anche barrare il simbolo di una lista e il nome di un can­didato sindaco collegato a una lista diversa (voto disgiunto). Per essere eletti sindaci biso­gna prendere il 50% dei voti più uno. Se non ci si arriva, vanno al ballottaggio i due can­didati più votati. Si può indica­re una sola preferenza per il consiglio comunale. Nei Co­muni con meno di 15 mila abi­tanti non è ammesso il voto di­sgiunto, non si va al ballottag­gio, se si vota un sindaco si vo­ta per forza anche la lista colle­gata e per il resto è tutto ugua­le al sistema dei Comuni popo­losi.

Mamma mia. La Provincia è complicata allo stesso modo?
Forse no. Non ci sono le prefe­renze perché ogni candidato è collegato a un collegio, quindi barrando una lista si vota con­temporaneamente per il sinda­co, per il consigliere comunale e per la lista. Se si vota solo il candidato presidente, il voto è valido solo per lui. Ballottaggi anche qui come alle comunali, ma niente voto disgiunto.

Adesso deve spiegare le Euro­pee.
E’ abbastanza semplice: si vota la lista barrando il simbolo e a fianco si possono esprimere tre preferenze. Non c’è pratica­mente altro, tranne i casi parti­colari degli italiani che si trova­no all’estero o delle liste per le minoranze linguistiche, tutte situazioni in cui si seguono procedure particolari. Per eleggere un parlamentare eu­ropeo bisogna che la lista rac­colga almeno il 4% dei consen­si nazionali. Se fa 3,99 non pas­sa nessuno. la famosa soglia di sbarramento che i partiti pic­coli (da Storace a destra fino al solito nugolo di liste comuni­ste a sinistra) hanno tentato di non far passare e che Berlusco­ni ha mantenuto con l’assenso implicito di Veltroni. L’evento è imponente: alle Europee, do­ve gli italiani hanno diritto a 72 eletti, si presentano in 828, età media 49 anni e 10 mesi, appena il 5% ha meno di 30 an­ni, c’è anche un novantaseien­ne: lo scrittore Boris Pahor, candidato dalla Svp. Nelle ele­zioni locali corrono quasi mez­zo milione di persone. Il ma­tch più affollato è quello per le Provinciali di Torino: 16 candi­dati alla presidenza, collegati a 38 liste con 1627 aspiranti a un posto in consiglio. Tra le li­ste: «Partecipazione, progres­so e azione», «Arca azzurra», «Per il divieto di licenziare», eccetera. A Napoli gareggiano cinque partiti comunisti, una «Lista per l’insorgenza civile», una lista «Preservativi gratis» e anche un «Partito degli impo­tenti » che, ne siamo certi, non rappresenta la maggioranza della città. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 5/6/2009]