Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  giugno 18 Sabato calendario

Mentre la Grecia precipita verso l’abisso, che cosa si domandano gli italiani?Che cosa?Se, visto che quei nostri amici se la passano tanto male, i prezzi non saranno probabilmente più bassi

Mentre la Grecia precipita verso l’abisso, che cosa si domandano gli italiani?

Che cosa?
Se, visto che quei nostri amici se la passano tanto male, i prezzi non saranno probabilmente più bassi. O no? O c’è qualche rischio con i disordini eccetera? Perché finora – se non ho sbagliato a contare – ci sono stati dieci scioperi generali, martedì il governo rimpastato (è stato sostituito il vecchio ministro delle Finanze) dovrà ottenere la fiducia e far passare in Parlamento 28 miliardi di tagli tra oggi e il 2015, quindi sono ipotizzabili altre agitazioni e… noi ricchi e ben pasciuti come ci dobbiamo comportare? Andarci o non andarci?

Questo chiedono gli italiani? E lei che cosa gli risponde?
Beh, ho fatto qualche telefonata in giro. Francesco Granese, direttore di Assotravel, dice: «I greci, proprio per far fronte alla crisi interna, potrebbero cercare di far tesoro dei turisti, alzando i prezzi. Perciò, soprattutto nei mesi di maggior affluenza (luglio e agosto), sarà difficile trovare pacchetti a prezzi stracciati. Una volta sul posto, però, il turista potrà risparmiare sui consumi: probabilmente supermercati, ristoranti e negozi lanceranno delle offerte per farsi concorrenza». L’anno scorso i tour operator prevedevano un calo dei prezzi fra il 10 e il 20 per cento. Ma i due milioni di italiani che scelsero nel 2010 le isole elleniche (Mykonos, Rodi, Creta e Santorini le mete più gettonate) ebbero una brutta sorpresa: albergatori, negozianti e operatori turistici avevano aumentato i prezzi del 30% rispetto al 2009. Ad esempio nei ristoranti solitamente molto accessibili di isole come Paxos, nello Ionio, il costo di un pasto si aggirava in media sui 35 euro.

Non mi pare comunque una gran cifra.
È vero. Secondo “Barometro dei costi delle vacanze” - una ricerca di Poste britanniche - la Grecia resta comunque tra le mete più economiche al mondo. Su tui.it per luglio, ad esempio, si vendono settimane di vacanza a Creta a partire da 467 euro, volo + pernottamento in hotel 2/3 stelle (ad agosto i prezzi partono da 500 euro). Analizzando un paniere che include caffè, birra, coca cola, acqua, crema solare, cartoline, francobolli, spray anti-insetti, sigarette, quotidiani e una cena per due persone di tre portate, vino incluso, Poste britanniche ha stabilito che la mèta più economica del 2011 è la Spagna. Seguono Bulgaria, Portogallo, Grecia, Dubai, Malta, Turchia, Cipro, Croazia, Regno Unito, Egitto, Francia, Italia e Stati Uniti.

Noto che siamo tra i più cari al mondo.
È una delle ragioni per cui il nostro turismo è in difficoltà (e d’altra parte le aziende del settore lamentano di essere svantaggiate rispetto alla concorrenza estera, per via della pressione fiscale). Ma senta questa: Atene col turismo potrebbe andar forte, perché i flussi di vacanzieri verso Egitto e Tunisia quest’anno si sono inariditi. La Grecia – nonostante la terribile crisi finanziaria – è comunque un paese ancora in pace. Le manifestazioni, con le cariche della polizia, potrebbero aver luogo ad Atene. Ma se uno va a Delo o a Itaca, che gli può capitare? Gli operatori infatti, senza eccezioni, confermano che la domanda sulle vacanze verso quel paese resta sostenuta, e i prezzi stabili.

A che punto siamo con il rischio di default?
I partiti in Grecia sono molto litigiosi e il primo ministro socialista non è riuscito a formare un governo di unità nazionale. In Parlamento ha una maggioranza di appena 5 voti, la piazza gli è contro, l’opposizione vuole le elezioni anticipate. Il problema è quest la Grecia non è in grado di restituire il prestito avuto l’anno scorso da Europa e Fmi. Non sarebbe in grado di pagare la rata del prossimo 18 luglio, se europei e Fondo Monetario non versassero nelle casse di Atene 12 miliardi di euro, quinta tranche del prestito da 110 miliardi deliberato l’anno scorso. I greci non hanno però i soldi per le rate successive e non potranno ricorrere al mercato per tutto il 2012, perché già ora i loro bot pagano interessi del 18%, a causa del rischio altissimo che affrontano quelli che li comprano. Saldata la scadenza del 18 luglio, europei e Fmi (ancora senza direttore generale, per via del guaio Strauss-Kahn) dovranno accordarsi per tirar fuori altri cento miliardi di aiuti. Un’intesa è lontana, perché la Merkel vorrebbe che si procedesse coinvolgendo i privati (cioè banche e assicurazioni creditrici) e la Bce non ne vuol sapere. Il tempo a disposizione però è poco. E quelli più esposti verso il sistema greco sono proprio le banche regionali tedeschi e gli istituti francesi. La caduta di Atene potrebbe innescare una reazione a catena…

[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 18 giugno 2011]