La Gazzetta dello Sport, 18 giugno 2011
Mentre la Grecia precipita verso l’abisso, che cosa si domandano gli italiani?Che cosa?Se, visto che quei nostri amici se la passano tanto male, i prezzi non saranno probabilmente più bassi
Mentre la Grecia precipita verso l’abisso, che cosa si domandano gli italiani?
Che cosa?
Se, visto che quei nostri amici se la passano tanto male, i
prezzi non saranno probabilmente più bassi. O no? O c’è qualche rischio con i
disordini eccetera? Perché finora – se non ho sbagliato a contare – ci sono
stati dieci scioperi generali, martedì il governo rimpastato (è stato
sostituito il vecchio ministro delle Finanze) dovrà ottenere la fiducia e far passare
in Parlamento 28 miliardi di tagli tra oggi e il 2015, quindi sono ipotizzabili
altre agitazioni e… noi ricchi e ben pasciuti come ci dobbiamo comportare?
Andarci o non andarci?
Questo chiedono gli italiani? E lei che
cosa gli risponde?
Beh, ho fatto qualche telefonata in giro. Francesco Granese,
direttore di Assotravel, dice: «I greci, proprio per far fronte alla crisi
interna, potrebbero cercare di far tesoro dei turisti, alzando i prezzi.
Perciò, soprattutto nei mesi di maggior affluenza (luglio e agosto), sarà
difficile trovare pacchetti a prezzi stracciati. Una volta sul posto, però, il
turista potrà risparmiare sui consumi: probabilmente supermercati, ristoranti e
negozi lanceranno delle offerte per farsi concorrenza». L’anno scorso i tour operator
prevedevano un calo dei prezzi fra il 10 e il 20 per cento. Ma i due milioni di
italiani che scelsero nel 2010 le isole elleniche (Mykonos, Rodi, Creta e
Santorini le mete più gettonate) ebbero una brutta sorpresa: albergatori,
negozianti e operatori turistici avevano aumentato i prezzi del 30% rispetto al
2009. Ad esempio nei ristoranti solitamente molto accessibili di isole come
Paxos, nello Ionio, il costo di un pasto si aggirava in media sui 35 euro.
Non mi
pare comunque una gran cifra.
È vero. Secondo “Barometro dei costi delle vacanze” - una ricerca di Poste
britanniche - la Grecia resta comunque tra le mete più economiche al mondo. Su
tui.it per luglio, ad esempio, si vendono settimane di vacanza a Creta a
partire da 467 euro, volo + pernottamento in hotel 2/3 stelle (ad agosto i
prezzi partono da 500 euro). Analizzando un paniere che include caffè, birra,
coca cola, acqua, crema solare, cartoline, francobolli, spray anti-insetti,
sigarette, quotidiani e una cena per due persone di tre portate, vino incluso,
Poste britanniche ha stabilito che la mèta più economica del 2011 è la Spagna.
Seguono Bulgaria, Portogallo, Grecia, Dubai, Malta, Turchia, Cipro, Croazia,
Regno Unito, Egitto, Francia, Italia e Stati Uniti.
Noto che siamo
tra i più cari al mondo.
È una delle ragioni per cui il nostro turismo è in
difficoltà (e d’altra parte le aziende del settore lamentano di essere
svantaggiate rispetto alla concorrenza estera, per via della pressione
fiscale). Ma senta questa: Atene col turismo potrebbe andar forte, perché i flussi
di vacanzieri verso Egitto e Tunisia quest’anno si sono inariditi. La Grecia –
nonostante la terribile crisi finanziaria – è comunque un paese ancora in pace.
Le manifestazioni, con le cariche della polizia, potrebbero aver luogo ad
Atene. Ma se uno va a Delo o a Itaca, che gli può capitare? Gli operatori
infatti, senza eccezioni, confermano che la domanda sulle vacanze verso quel
paese resta sostenuta, e i prezzi stabili.
A che punto siamo con il rischio di
default?
I partiti in Grecia sono molto litigiosi e il primo ministro
socialista non è riuscito a formare un governo di unità nazionale. In
Parlamento ha una maggioranza di appena 5 voti, la piazza gli è contro,
l’opposizione vuole le elezioni anticipate. Il problema è quest la Grecia non
è in grado di restituire il prestito avuto l’anno scorso da Europa e Fmi. Non
sarebbe in grado di pagare la rata del prossimo 18 luglio, se europei e Fondo
Monetario non versassero nelle casse di Atene 12 miliardi di euro, quinta tranche
del prestito da 110 miliardi deliberato l’anno scorso. I greci non hanno però i
soldi per le rate successive e non potranno ricorrere al mercato per tutto il
2012, perché già ora i loro bot pagano interessi del 18%, a causa del rischio
altissimo che affrontano quelli che li comprano. Saldata la scadenza del 18
luglio, europei e Fmi (ancora senza direttore generale, per via del guaio
Strauss-Kahn) dovranno accordarsi per tirar fuori altri cento miliardi di
aiuti. Un’intesa è lontana, perché la Merkel vorrebbe che si procedesse
coinvolgendo i privati (cioè banche e assicurazioni creditrici) e la Bce non ne
vuol sapere. Il tempo a disposizione però è poco. E quelli più esposti verso il
sistema greco sono proprio le banche regionali tedeschi e gli istituti
francesi. La caduta di Atene potrebbe innescare una reazione a catena…
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 18 giugno 2011]