16 giugno 2002
Padre Pio, «quel fragilissimo arbustello sannita»
• «Secondo natura e fisiologia, quel fragilissimo arbustello sannita non avrebbe dovuto raggiungere nemmeno l’adolescenza, bacato com’era dalla malattia. Trascorse ogni giorno della vita in uno stato febbrile che non gli avrebbe concesso di giungere al successivo, tanto lo consumava; eppure si sottoponeva quotidianamente a fatiche, nella preghiera, nella veglia, nella Confessione, che avrebbero ucciso un Carnera. A prescindere dalle stimmate, sulle quali forse fin troppo ci si è soffermati. Concentrato di patologie inguaribili, ch’è troppo comodo classificare di natura neuropatica, quest’uomo giunse alla vecchiezza attraversando ogni giorno un inconcepibile oceano di sofferenza fisica; al quale s’accompagna la sofferenza spirituale per la propria indegnità, tipica dei Santi». [Paolo Isotta, Cds 15/6/2002]