La Gazzetta dello Sport, 18 dicembre 2009
Tags : Il processo ad Alberto Stasi
Alberto Stasi è stato assolto con la vecchia formula dell’insufficienza di prove che, oggi come oggi, equivale a un’assoluzione piena, quella che si definisce con la frase: «per non aver commesso il fatto»
Alberto Stasi è stato assolto con la vecchia formula dell’insufficienza di prove che, oggi come oggi, equivale a un’assoluzione piena, quella che si definisce con la frase: «per non aver commesso il fatto».
• Stasi qual è, scusi? Perché mi confondo con Meredith.
No, Meredith è la ragazza inglese per il cui omicidio sono da poco stati condannati l’americana Amanda Knox e il suo fidanzato barese Raffaele Sollecito. Cioè, il delitto di Perugia. Stasi (nella foto Ipp, mentre lascia il tribunale) invece è coinvolto nel delitto di Garlasco, provincia di Pavia. La povera Chiara Poggi, la mattina del 13 agosto 2007, apre la porta a qualcuno e costui la massacra con un oggetto pesante mai ritrovato. Quando la poveretta è cadavere o forse mentre è ancora agonizzante, la trascina nella tavernetta e la lascia lì, i piedi in alto e la testa in giù, di modo che il sangue le cola sulla faccia. Elementi che l’accusa volgerà contro il suo fidanzato Alberto Stasi, il quale ha dato l’allarme alle 13,30 e ha affermato che la sua innamorata era «pallida». E come poteva esser pallida con il mare di sangue che le aveva ricoperto gli occhi?
• E’ stato questo l’elemento che l’accusa ha utilizzato contro il giovane fidanzato?
Il pubblico ministero Rosa Muscio, dopo molti giorni di indagini, ha costruito il seguente teorema: Stasi è un pedofilo e un pornografo, come dimostrano le più di settemila immagini sporche trovate sul suo computer. Chiara a un certo punto s’è accorta dei vizi del fidanzato e ha minacciato di denunciarlo o, almeno, di sputtanarlo ad amici e familiari. Stasi quindi, per farla tacere, l’ha massacrata. Questa ricostruzione non si basa praticamente su niente: non ci sono prove che Chiara sapesse dei pretesi vizi di Alberto, non ci sono prove di litigate furibonde, non si può a rigore nemmeno affermare che quelle immagini pedopornografiche significhino qualcosa. Nell’ultima super perizia, ordinata dal giudice alla fine dello scorso settembre, si spiega che quelle fotografie, quei filmati potrebbero essere semplicemente transitati per il computer di Stasi e Stasi potrebbe non averli neanche visti.
• Ma allora lei sta dicendo che le indagini sono state fatte male?
No, non sto dicendo questo. Sto dicendo che l’accusa, prima ancora di veder smontata la sua tesi dalle perizie, non ha mai saputo rispondere a questa domanda semplicissima, che qualunque editore rivolgerebbe al giallista che si presentasse con una trama come quella immaginata dal pm Muscio: perché Stasi, che è stato con Chiara fino a notte alta, ha aspettato la mattina dopo per farla fuori? Con il rischio notevolissimo di essere visto? Senza risposta a questa domanda, non c’è imputazione al giovane Alberto che stia in piedi.
• E le tracce di sangue sulla bicicletta? E le tracce di sangue che non c’erano sulle scarpe? E l’alibi?
La perizia super partes ha dato ragione in tutto alla difesa.
1) Le tracce di sangue sulla bicicletta di Stasi: la perizia ha dichiarato che non si può nemmeno stabilire con sicurezza che quei microreperti organici siano sangue.
2) Mancanza di sangue sotto la suola delle scarpe: Alberto ha camminato a lungo sull’erba bagnata, dopo essere stato in casa, e l’erba bagnata – dice il perito – è in grado di pulire perfettamente le calzature. 3) L’alibi: i continui salvataggi sul computer di Alberto compiuti tra le 9,36 e le 12,20 provano che il giovane si trovava effettivamente in casa.
L’accusa, alla fine, ha tentato la carta di una ricostruzione completamente diversa, in cui l’assassino era sempre il fidanzato, ma l’ora del delitto era spostata in avanti. Ipotesi respinta, e con qualche perdita: se l’accusa può giocare ogni carta per mandare in galera quello che ritiene il colpevole, vuol dire che chi la rappresenta non è un giudice (cioè un funzionario imparziale), ma un avvocato, cioè il rappresentante di una parte. Non c’era modo migliore per dar ragione alle tesi politiche di Berlusconi sul potere dei giudici.
• E’ finita qui o ci saranno altri capitoli della storia?
Ieri pomeriggio, dopo la sentenza, la famiglia ha annunciato che ricorrerà in appello. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 18/12/2009]