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 2011  giugno 09 Giovedì calendario

La politica è in questa fase un minestrone indigesto nel quale percepiamo con sicurezza un solo sapore: quello delle tasse che non saranno abbassate né domani né tra un mese né tra un anno

La politica è in questa fase un minestrone indigesto nel quale percepiamo con sicurezza un solo sapore: quello delle tasse che non saranno abbassate né domani né tra un mese né tra un anno. Berlusconi ha convocato un vertice persino di notte per persuadere Tremonti, e s’è sentito rispodere che ci attende piuttosto una manovra da otto miliardi in giugno e da 40 in settembre con possibile blocco degli stipendi pubblici fino al 2014. Come si possono tagliare le tasse se tutti i segnali sono dubbi o negativi? L’Iva 2009 è calata del 6,78% e non perché sia aumentata l’evasione ma perché il reddito medio delle società di persone è sceso a 41.790 euro l’anno.

Cerchiamo di cavare un gusto sopportabile da questo minestrone che lei dice indigeribile.
L’unico modo è attenersi ai fatti. Berlusconi, dopo il vertice di tre ore di lunedì dal quale non è uscito niente di segnalabile (almeno stando alle dichiarazioni dei protagonisti), ne ha convocato un secondo, all’improvviso, nella notte tra martedì e mercoledì battendo ancora una volta, per quanto se ne sa, sul tasto delle tasse. Abbassarle, abbassarle, consentirgli almeno di mandare un messaggio dicendo che esiste una riforma del fisco, magari sotto forma di legge delega (campa cavallo), non tartassare i contribuenti, non essere troppo esigenti con i presunti evasori… Tutte indicazioni dubbie, se provengono dal capo di un governo, e a cui Tremonti ha rispost niente da fare, le tasse non si toccano, ho qui in tasca i complimenti dell’Unione europea che si congratula per la tenuta sui conti pubblici e mi ricorda che c’è però ancora molto da fare. Per esempio, utilizzare meglio i fondi della Ue. E «adottare nuove misure per affrontare le debolezze strutturali». Ora bisogna che le antenne ci si rizzino in testa, perché per tutta la giornata di ieri si sono inseguite voci su un trasferimento di Tremonti agli Esteri e un dirottamento di Frattini alla Giustizia, col dicastero dell’Economia casella vuota (interim a Berlusconi?). Tutte chiacchiere apparentemente, senonché Tremonti ieri sera è salito al Quirinale, non si sa se perché convocato dal presidente o di sua iniziativa. E il Quirinale ha diffuso una nota per farlo sapere.

Sono ipotizzabili le dimissioni del ministro dell’Economia?
Lo stato dei rapporti con Berlusconi è pessimo, il sostegno di Bossi non più convinto di prima. Bossi, dopo il vertice di lunedì, ha detto: «Trovino loro la quadra», si è messo cioè su una posizione equidistante. L’uscita di Tremonti dal governo potrebbe avere conseguenze molto gravi a livello di speculazione internazionale: il nostro ministro è, agli occhi dei mercati, una garanzia sulla tenuta dei conti pubblici. Ma potrebbe poi il governo restare in piedi dopo le dimissioni di un personaggio simile? Mentre Berlusconi lotta con i suoi alleati politici per certificare la propria capacità di sopravvivenza, il governo è andato sotto al Senato, e per due volte. Dicesi al Senato, dove la maggioranza dovrebbe avere un vantaggio sontuoso sull’opposizione.

Come è successo?

Si tratta di bocciature gravi anche nel merito. Si votavano gli articoli del disegno di legge anti-corruzione. Il senatore Malan, del Pdl, aveva proposto un emendamento sostitutivo dell’articolo 1 in cui si stabiliva che a presiedere il relativo comitato presso la presidenza del Consiglio fosse il capo del governo. Respinto, con commento perfido della Finocchiar «Volevano mettere la volpe a guardia del pollaio». Subito dopo, no a un altro emendamento della maggioranza che si proponeva di ruotare i dirigenti nelle amministrazione centrali e periferiche. Infine la Lega ha votatoinutilmente contro un emendamento bipartisan che obbliga chi assume cariche pubbliche o viene assunto nello Stato a giurare fedeltà alla Costituzione italiana. Che gliene pare? L’insieme non ha un sapore di minestra avvelenata?

Spiegazioni a questo voto contrario?
Le assenze nella maggioranza. Assenze calcolate? Messaggi cifrati a chi s’intestardisce a non capire? L’opposizione intanto esulta e dice che Berlusconi è al capolinea.

Com’è andata la manifestazione di Ferrara?

Ne riferiamo in questa stessa pagina. Mi preme però sottolineare il finale del discorso pronunciato dal direttore del “Foglio”, tutto impegnato a tirar fuori Berlusconi dal cul de sac in cui s’è cacciat «Quello che dobbiamo evitare è il tran tran, l’abitudine, e il senso desolante, disperante di una cosa finita che deve consumare la propria agonia. Questo, no». Invece, a quanto pare, sta accadendo proprio questo

[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 9 giugno 2011]