La Gazzetta dello Sport, 27 febbraio 2010
Lunedì prossimo gli immigrati sciopereranno, o comunque manifesteranno, per farci sentire in qualche modo il peso della loro assenza, unico sistema, a quanto pare, per farci capire l’importanza della loro presenza
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Lunedì prossimo gli immigrati sciopereranno, o comunque manifesteranno, per farci sentire in qualche modo il peso della loro assenza, unico sistema, a quanto pare, per farci capire l’importanza della loro presenza. un appuntamento che si attende con curiosità: non ha copertura sindacale, non ha copertura partitica, adotta come colore-simbolo il giallo che, a sentire gli organizzatori, simboleggia il cambiamento e non può essere riferito a nessuna tendenza politica. Unico collegamento col nostro sistema sindacale: l’iniziativa della Cgil denominata “primavera antirazzista”, che si svolgerà dal 1° al 21 marzo.
• Chi ha organizzato la protesta di lunedì prossimo?
La persona che appare più impegnata si chiama Stefania Ragusa. una giornalista autrice di reportages sul Terzo mondo, l’ultimo sul Bangladesh stampato da Vallecchi. La Ragusa ha raccontato in un articolo pubblicato dal Sole di essere stata colpita da un’iniziativa presa in Francia da una giornalista di origine marocchina, Nadia Lamarkbi. Una Journée sans immigrés programmata per il 1° marzo (cioè lunedì prossimo) con lo scopo di mettere in evidenza «principalmente attraverso uno sciopero degli acquisti e dei consumi, la rilevanza dell’immigrazione per l’economia e gli equilibri sociali francesi». Detto fatto, con altre tre amiche, la Ragusa ha creato un gruppo su Facebook e raccolto quarantamila adesioni. Il movimento si chiama Primo Marzo 2010, ha a questo punto contatti anche nel resto d’Europa (Spagna, Grecia, Belgio, Germania) e si propone di uscire allo scoperto, appunto, lunedì.
• Non riesco a immaginare che la cosa possa crearci qualche fastidio.
Bisogna vedere. Se le 800 mila badanti regolari incrociassero le braccia? Se i 130 mila braccianti decidessero di non andare sui campi? Sa che la metà di tutti i lavoratori edili vengono da fuori? Il 37,8% dei romeni e il 26,6% degli albanesi stanno in un cantiere. Pensi un po’, se lo facessero sul serio ho l’impressione che il Paese si fermerebbe. Tipo sciopero generale dei nostri sindacati.
• Ma faranno questo?
Faranno soprattutto manifestazioni, questa volta. A Roma, a partire dalle 17, ci sarà un corteo delle reti antirazziste che terminerà in piazza Vittorio, con concerti e comizi. A Milano, appuntamento al mattino davanti a Palazzo Marino. All’una saranno issati striscioni gialli davanti alla Questura («Permesso di soggiorno per tutti. Tempi di rinnovo più rapidi»), al Tribunale («Migrare non è un reato»), al Cie di via Corelli («Basta silenzi. Chiudiamo i centri di identificazione ed espulsione»). Alle cinque e mezza del pomeriggio raduno in piazza del Duomo con lezioni dimostrative di lingue straniere e corteo poi fino al Castello. Altre manifestazioni sono previste a Palermo, Trento, Genova, Brescia, Napoli, Perugia, Bologna, Bergamo, Firenze, Venezia, Bari, Bolzano, Oristano, Reggio Calabria, Siracusa, Catania. In queste ultime due città è stato organizzato un pellegrinaggio nella campagna di Cassibile, cioè nei luoghi dove svolgono la loro attività i caporali.
• Ma in definitiva che cosa si propongono?
Soprattutto di raccogliere adesioni, credo, e di crescere come movimento. Sono andato a guardare gli ultimi dati e, in effetti, il contributo che l’immigrazione dà alla nostra economia è impressionate. Si tratta di quasi cinque milioni di persone, che versano al fisco sei miliardi di euro l’anno e determinano quasi il 10% del nostro Pil, vale a dire 150 milardi di euro di attività economiche. Gli stranieri titolari di un’impresa sono 187.466 e dànno lavoro ad almeno 200 mila tra uomini e donne. Significa in sostanza che imprese detenute da stranieri determinano la vita di almeno mezzo milione di persone.
• Questi stranieri che protestano lunedì prossimo, perché non si sono iscritti ai nostri sindacati?
Intanto mi piace che i lavoratori stranieri abbiano una rappresentanza loro: significa che, continuando su questa strada, le nostre istituzioni potranno avere un interlocutore credibile. E lo dico pensando soprattutto ai musulmani. Poi non è vero che nel sindacato non ci siano immigrati. Più del 6% del totale degli iscritti a Cgil-Cisl-Uil è immigrato, percentuale che raddoppia se si tiene conto solo dei lavoratori attivi. La Cisl ha più di 330 mila iscritti stranieri. Liliana Ocmin, 37 anni, peruviana, dopo il congresso dell’anno scorso è entrata a far parte della Segreteria nazionale. Era arrivata da noi nel ”92 e s’era guadagnata da vivere facendo la venditrice ambulante, la commessa, la badante, la donna delle pulizie. Quando si siede al tavolo per trattare, sono sicuro che sa di che cosa parla. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 27/2/2010]