Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  marzo 30 Martedì calendario

Scriviamo senza avere il dato finale di Piemonte e Lazio, ma la sensazione probabilistica è che in entrambe le Regioni i candidati del centro-destra abbiano vinto

Scriviamo senza avere il dato finale di Piemonte e Lazio, ma la sensazione probabilistica è che in entrambe le Regioni i candidati del centro-destra abbiano vinto. Il Popolo della Libertà, in questo caso, avrebbe fatto sue sei regioni su tredici, triplicando i territori da governare, che erano appena due fino a ieri. Il quadro definitivo del voto regionale dovrebbe dunque essere questo. Restano al centro-destra: Lombardia e Veneto. Restano al centro-sinistra: Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Puglia, Basilicata. Passano dal centro-sinistra al centro-destra: Piemonte, Lazio, Campania, Calabria. Passano dal centro-destra al centro-sinistra: nessuna regione.

Sembrerebbe una vittoria schiacciante del governo e del Pdl.
In definitiva lo è, ma con questo piccolo neo: il Popolo della Libertà, complessivamente, perde in percentuale voti sia sulle politiche che sulle europee. Questo fatto – non indifferente – ha permesso ai leader del centro sinistra capitati ieri sera nei salotti televisi (Fassino, la Bindi) di sostenere che il centro-destra è in realtà stato sconfitto e che la grande ondata che ha riportato Berlusconi al governo nel 2008 è in fase di netto riflusso. In effetti, mettendo uno dietro l’altro i risultati di politiche, europee e regionali, il centro-destra sembra andare quantitativamente indietro.

E allora è vero, hanno perso.
La risposta degli esponenti di centro-destra è: nelle elezioni regionali di mezzo termine la coalizione di governo paga sempre uno scotto in termini di voti, basta guardare quello che è successo a Sarkozy in Francia – erano regionali pure quelle, massacrato dal rinato Partito socialista e dai suoi alleati. Poi: non bisogna dimenticare che a Roma il Pdl non ha corso. E infine: in ogni caso, dicono, siamo passati da due regioni a sei e, in termini di cittadini amministrati, la somma di Lombardia, Campania, Lazio, Piemonte eccetera fa 30 milioni contro 10. Prima era il centro-sinistra ad avere 30 milioni di cittadini da governare.

Lei che pensa? Chi ha vinto?
Il governo ha vinto, e piuttosto nettamente, al di là della perdita percentuale di consensi. Berlusconi era terrorizzato e ancora venerdì scorso s’era sentito in dovere di precisare che anche in caso di sconfitta il governo sarebbe andato avanti. Il Pdl pensava di chiudere la partita con quattro regioni al massimo. Si deve anche aggiungere però che il Pd si è difeso bene, ed è in gara. addirittura possibile, a risultati completi, che risulti il primo partito del Paese. Il centrosinistra deve interrogarsi però sul fenomeno Vendola, trionfatore in Puglia ed evidente candidato, in prospettiva, a un ruolo di responsabilità nazionale. E sul fenomeno Grillo. In Piemonte la Bresso non ha vinto per colpa di quel 4 e passa per cento preso dalla lista 5 Stelle, il vero fatto nuovo di queste elezioni. La lista di Grillo (che ha detto di non aver seguito i risultati e di essere rimasto a dormire tutto il tempo) è arrivata al 7 per cento in Emilia. Piuttosto clamoroso, direi.

Che effetto avrà questo voto sul governo?
Ieri Bossi, che in Emilia ha sfiorato il 14% e in Toscana il 7, ha detto chiaramente che la Lega condizionerà il governo, in direzione delle riforme. C’è il federalismo da fare. Ci sono nuovi posti di potere da pretendere, perché, anche se la Lega non ha preso al nord più voti del Pdl, il partito è avanzato in percentuale mentre il Popolo della Libertà è arretrato. Si sa che i leghisti puntato sul sindaco di Milano e poi bisognerà vedere come saranno ripartiti i posti di governo vacanti, per esempio chi andrà al posto di Zaia – eletto in Veneto e che lascerà il ministero dell’Agricoltura – , chi al posto di Brunetta se, come i sondaggi davano per sicuro, diventerà sindaco di Venezia. Inoltre: la Lega vorrà dire la sua sul riassetto del capitalismo italiano, sa quella roba di cui non abbiamo avuto modo ancora di occuparci, Geronzi alle Generali, Pagliaro in Mediobanca e la sistemazione di qualche succoso istituto bancario locale del Nord.

E gli effetti del voto sull’opposizione?
Mi pare che il gioco delle escort, delle incriminazioni a raffica, delle intercettazioni, degli arresti che finiscono in niente (caso Romeo) abbia in definitiva pagato poco. Non so se poi questo gioco sia stato effettivamente condotto dall’opposizione o non piuttosto dai giornali. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 30/3/2010]