La Gazzetta dello Sport, 7 aprile 2010
La questione del terremoto dell’Aquila (un anno ieri, con molti discorsi, celebrazioni, proteste, e una toccante manifestazione notturna nel centro della città durante la quale i nomi dei 308 morti sono stati chiamati a gran voce e le campane della città hanno rintoccato 308 volte), la questione del terremoto dell’Aquila – dicevamo – si può compendiare in queste due domande: hanno ragione quelli che dànno addosso al governo, accusandolo di aver fatto poco o niente e indicando con sdegno le macerie che ingombrano il centro della città (quattro milioni di tonnellate, tre milioni e mezzo di metri cubi)? Oppure hanno ragione quelli che gridano al miracolo, dato che in pochi mesi sono state smontate tendopoli e roulotte e si sono sistemate tutte le famiglie in casette vere e generalmente ritenute bellissime?• Intanto io vorrei sapere se qualcuno andrà in galera per aver costruito edifici venuti giù come se fossero di marzapane
La questione del terremoto dell’Aquila (un anno ieri, con molti discorsi, celebrazioni, proteste, e una toccante manifestazione notturna nel centro della città durante la quale i nomi dei 308 morti sono stati chiamati a gran voce e le campane della città hanno rintoccato 308 volte), la questione del terremoto dell’Aquila – dicevamo – si può compendiare in queste due domande: hanno ragione quelli che dànno addosso al governo, accusandolo di aver fatto poco o niente e indicando con sdegno le macerie che ingombrano il centro della città (quattro milioni di tonnellate, tre milioni e mezzo di metri cubi)? Oppure hanno ragione quelli che gridano al miracolo, dato che in pochi mesi sono state smontate tendopoli e roulotte e si sono sistemate tutte le famiglie in casette vere e generalmente ritenute bellissime?
• Intanto io vorrei sapere se qualcuno andrà in galera per aver costruito edifici venuti giù come se fossero di marzapane.
Il pubblico ministero Fabio Picuti, col procuratore capo Alfredo Rossini, ha aperto 184 inchieste. Ne arriveranno a processo però solo trenta: sono quelle che riguardano edifici costruiti quando la normativa antisismica era già in vigore. Per gli altri, i costruttori non sono imputabili, non potevano attenersi a norme che non c’erano.
• E la Protezione civile? E il sistema Bertolaso?
Beh, qui non è questione di sistema Bertolaso. Il cosiddetto sistema Bertolaso è stato messo sotto accusa per gli interventi fatti in situazioni “non-disastrose” o “non-emergenziali” o “finto-emergenziali”. Interventi coperti dalla legge, intendiamoci, e in genere piuttosto efficaci. Nel caso dell’Aquila, invece, la Protezione civile ha fatto il mestier suo, affrontando una catastrofe per tutto il periodo dell’emergenza. Ieri Bertolaso ha sostenuto che in una decina d’anni la città sarà perfettamente ricostruita, e più bella di prima, però a condizione che si lavori sodo, anche nelle feste comandate. A chi gli diceva che il governo non dà i soldi, Bertolaso ha risposto che non è vero, «i soldi sono un alibi per nascondere le proprie difficoltà e i propri ritardi». L’altro giorno Berlusconi aveva detto che per la ricostruzione della città sono stati stanziati 8,6 miliardi di euro. E aveva aggiunto: «A Messina ci sono ancora le baracche per il terremoto del 1908».
• Perché allora la gente fischia e fa le manifestazioni con le carriole?
Bertolaso sostiene che si tratta di minoranze. «Minoranze che fischiano ci sono sempre». Nessuno lo ha ricordato, ma il governo aveva un buon argomento per rintuzzare i contestatori: nelle recenti elezioni provinciali, il centro-destra ha conquistato a sorpresa la provincia, sottraendola a Stefania Pezzopane, del Partito democratico, una delle contestatrici più in vista del modo scelto dal governo per ricostruire.
• E’ un fatto che il centro della città è ingombro di macerie.
Bisogna distinguere le due fasi del terremoto. La prima è quella immediatamente successiva al sisma, diciamo da aprile a dicembre. In questo lasso di tempo si è dovuto intanto dare assistenza a 67.459 sfollati, procurandosi le tende per 35.690 persone e requisendo albergi o case per altre 31.769. Intanto si ultimavano a tutta velocità 4.449 appartamenti del Piano Case e, più tardi, si tiravano su un totale di 185 palazzi anti-sismici, con un costo complessivo di 792 milioni di euro, e 1.273 villette di legno, per 2.400 persone, nel comune dell’Aquila, e altre 1.800, per 3.300 persone, fuori del comune. Come ricorderà, a Natale le tendopoli non c’erano più. difficile contestare questo risultato. E d’altra parte, con l’anno nuovo, il compito di ricostruire è passato alle autorità locali. Il commissario alla ricostruzione è adesso lo stesso governatore della regione Abruzzo, Gianni Chiodi. Chiariamo bene questo, perché non si può giudicare l’intervento per l’emergenza con il criterio con cui si dovrà giudicare la ricostruzione vera e propria, Che è cominciata solo da qualche mese, cioè con il 2010.
• Si accusano le autorità di procedere a rilento.
Purtroppo il terremoto dell’Aquila è diventato subito materia di polemica politica. Ho letto ieri che le casette date agli sfollati sono bellissime, ma che non si sa a che cosa serviranno quando gli aquilani che oggi le abitano saranno rientrati nelle loro case. Veramente è stato detto fin dal primo giorno che, con l’uscita degli sfollati, ospiteranno gli studenti universitari. Che bisogno c’è di far finta di non saperlo? Che i lavori procedano a rilento è possibile. Ma anche qui: teniamo conto della nostra terribile burocrazia, la stessa che, per la lentezza delle procedure, ha finito per far crollare pochi giorni fa la Domus Aurea. Finita l’emergenza, si è tornati nella normalità delle nostre scartoffie. Non dimentiochiamolo. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 7/4/2010]