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 2010  aprile 12 Lunedì calendario

Il Times scrive sul suo sito che i tre operatori di Emergency arrestati dai servizi segreti afghani «hanno confessato un piano per uccidere il governatore della provincia di Helmand»

Il Times scrive sul suo sito che i tre operatori di Emergency arrestati dai servizi segreti afghani «hanno confessato un piano per uccidere il governatore della provincia di Helmand». La fonte di questa notizia sarebbero dei “funzionari afghani” di cui non si conosce il nome. Il portavoce del governatore di Helmand, Daoud Ahmadi, ha aggiunto: «Hanno riconosciuto il proprio crimine. Hanno detto che c’era un piano per compiere attentati suicidi negli affollati bazar. Marco Garatti (uno dei tre italiani arrestati – ndr) avrebbe ricevuto per questo del denaro».

Notizie credibili?
Per niente. evidente che il governo afghano, la Nato e il governo italiano vogliono che Gino Strada smonti almeno l’ospedale di Lashkar Gab e se ne vada. Perché questo avvenga proprio ora, non è chiaro. Forse è in preparazione una qualche grande offensiva occidentale nella zona. Gino Strada e la sua struttura sono, per gli occidentali, un problema. Anche se curano tutti, senza domandare da che parte hanno combattuto, anche se dal 1994 a oggi Emergency ha salvato poco meno di tre milioni di persone, è indiscutibile che Strada e i suoi incarnano una struttura di comunicazione nemica degli americani, della Nato, delle forze Isaf, del governo italiano e del governo afghano in carica. Questo la rende amica dei talebani? una domanda alla quale noi non sappiamo rispondere. Ma certo gli americani, la Nato, l’Isaf e i governi italiano e afghano potrebbero pensarlo, o magari lo pensano, o forse lo hanno pensato molte volte. La stessa funzione-chiave che Emergency ebbe nella salvezza di Daniele Mastrogiacomo, il giornalista di Repubblica rapito dagli studenti islamici di Dadullah nel marzo del 2007, può essere considerata, da qualcuno, altamente sospetta. Un dipendente dell’ospedale di Lashkar Gab venne accusato di complicità con i sequestratori e arrestato. Il governo italiano (all’epoca Prodi) esercitò una funzione fortissima sul presidente Karzai per la liberazione di questa persona. Come ha scritto Andrea Nicastro sul Corriere di ieri «la memoria degli afghani è lunga e il prezzo per quelle richieste non gradite potrebbe essere andato in pagamento adesso».

Ma adesso che cosa è successo?
L’altro giorno agenti di Kabul hanno arrestato nove dipendenti dell’ospedale di Gino Strada a Lashkar Gab accusandoli di aver organizzato un complotto per uccidere il governatore della provincia, Gulabuddin Mangal. Tre degli arrestati sono italiani, molto noti per la loro dedizione alla causa umanitaria e anche per l’antipatia – che condividono con tutta la struttura a cui fanno capo – per le forze d’occupazione. I tre italiani sono: Matteo Dell’Aira (coordinatore medico), Marco Garatti (chirurgo d’urgenza), Matteo Pagani (tecnico della logistica). Riferendo della “confessione” gli agenti afghani con cui avrebbe parlato il Times sostengono che i nove di Emergency avrebbero ricevuto dai talebani “giubbotti esplosivi, granate, fucili e munizioni”. In una stanza dell’ospedale sarebbero state trovate almeno due pistole, nove granate e due cinture esplosive. Gino Strada, in tutte le interviste che ha dato fino a questo momento, ha detto che le accuse sono ridicole e che le armi e l’esplosivo in ospedale l’ha portato qualcuno da fuori.

Perché il governo italiano non si adopera per salvare i tre italiani?
Benché le accuse degli afghani prevedano la pena di morte, il governo ha scelto la linea di prender le distanze da Emergency ancora più di quanto non abbia fatto in passato. L’altro ieri il ministero degli Esteri ha ricordato che Emergency «non è riconducibile né direttamente né indirettamente alle attività finanziate dalla Cooperazione italiana». Ieri il ministro Frattini ha detto: «Prego che non ci sia nessun italiano che abbia direttamente o indirettamente compiuto atti di questo genere. Lo prego davvero di tutto cuore perché sarebbe una vergogna per l’Italia». Parole che significano: le accuse a Strada e ad Emergency potrebbero anche essere vere.

Ma allora il governo li ha abbandonati al loro destino…
Credo che la manovra sia stata concordata. Il governo da oggi o da domani farà pressione sul governo di Kabul perché ai nostro connazionali non sia torto un capello. Saranno quindi espulsi e rimpatriati. Il primo segno di disgelo è avvenuto ieri. Al nostro ambasciatore a Kabul, Claudio Glaentzer, è stato concesso di far visita ai nostre compatrioti. «Li ho trovati in buone condizioni. Le autorità afghane mi hanno assicurato che l’indagine sarà rigorosa e spedita». A Roma, l’ambasciatore afghano Zalmay Rassoui ha assicurato che i diritti dei fermati saranno tutelati.

La contropartita sarà la chiusura dell’ospedale di Emergency?
Credo di sì. Tutto quello che è accaduto sembra indicare che, almeno da Lashkar Gab, Gino Strada se ne dovrà andare. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 12/4/2010]