Comandini, 30 marzo 1861
Società operaie visitano Garibaldi a Caprera
• A Caprera trenta delegati delle Società operaie d’Italia visitano Garibaldi, che rispondendo a parole del maggiore Bernieri, raccomanda la concordia, dice che egli considera l’Italia ancora in istato di guerra, che può esservi da un momento all’altro, ed aggiunge: «... Si ingannano altamente coloro che cercano di manomettere il nostro paese. S’ingannano davvero. Siamo forti più di quello che non credono... Abbiamo il popolo, abbiamo la Nazione con noi... L’Italia ad onta dei tristi effetti di una politica vassalla, non degna del paese, e di quella turba di lacchè che l’appoggiano, deve essere. «Molti degl’individui che compongono il Parlamento non corrispondono degnamente all’aspettativa della Nazione, ma la Nazione è nel popolo — il popolo che è buono dappertutto, a Marsala, come a Torino. La Nazione non ha paura; e i nemici d’Italia, vengano dalla destra, o dalla sinistra, dovranno pensarci bene... Non dobbiamo dimenticare che l’Italia deve molta gratitudine a Vittorio Emanuele, — non dimentichiamo che quello fu il perno attorno a cui ci siamo aggruppati, e col quale abbiamo potuto fare quello che si è fatto. «Egli è bensì circondato da un’atmosfera corrotta, ma speriamo di rivederlo sulla buona via... Egli ha fatto molto, ma purtroppo non ha fatto tutto quel bene che poteva fare; può fare di più, e lo farà, per Dio!.. Siamo stati trattati male — hanno voluto creare un dualismo fra l’esercito regolare e i volontari che pure si sono battuti da prodi — hanno voluto creare delle discordie — hanno disfatto l’opera di unificazione che avevamo incominciata — hanno voluto dividere due elementi tanto preziosi e necessari nelle attuali circostanze — ma lasciamo.... sono immondezze da non curare — al di sopra di tutto questo è l’Italia! Se qualcuno dovesse chiamarsi offeso, voi lo sapete, sarei io.»