La Gazzetta dello Sport, 5 agosto 2010
Il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, resta al suo posto, con tutti i poteri (deleghe) che gli erano stati conferiti inizialmente dal presidente del Consiglio
Il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, resta al suo posto, con tutti i poteri (deleghe) che gli erano stati conferiti inizialmente dal presidente del Consiglio. La mozione contro di lui, presentata dal Partito democratico e dall’Italia dei Valori, è stata respinta: 299 voti per il governo, 75 astenuti, 229 voti per l’opposizione.
• Come mai l’opposizione aveva chiesto le dimissioni, o il ritiro delle deleghe, del sottosegretario?
Perché è indagato nell’ambito della cosiddetta inchiesta P3: avrebbe fatto parte, secondo gli inquirenti romani, della “cricca” che cercava di contattare i giudici della Corte costituzionale per indurli a non respingere il lodo Alfano. Era a una cena in casa di Verdini che i magistrati considerano assai compromettente. L’intimità con la cricca sarebbe suffragata da una telefonata in cui uno di questa supposta cricca, Pasquale Lombardi, parlando col giudice Marra, lo chiama «Giacomino…». Per il Pd e l’Idv il solo fatto di essere indagato dovrebbe indurre chi ha incarichi di governo a fare un passo indietro. Per il Pdl e la Lega, la mozione e la stessa attività dei giudici (almeno in questo caso) sono un attacco politico a Berlusconi, non essendoci nulla di penalmente rilevante nelle accuse romane e nessun elemento davvero probante essendo emerso.
• E tutti quegli astenuti?
I 75 astenuti, che a regola avrebbero dovuto essere 84. Sono i deputati del Fli, dell’Api, dell’Udc e dell’Mpa. Fli è la sigla di Futuro e libertà. Futuro e Libertà, come forse ricorderà, è il nome che si sono dati i finiani, che hanno abbandonato il Pdl e, senza uscire dalla maggioranza, hanno fondato questo nuovo gruppo. Api è la sigla di “Alleanza per l’Italia”, un gruppetto di parlamentari capitanati da Rutelli e che origina quindi dal Pd (anche se non tutti vengono dal Pd). L’Udc (Unione di Centro) è la formazione di Pierferdinando Casini. L’Mpa è il Movimento per le autonomie fondato da Raffaele Lombardo, il governatore della Sicilia che con il Cavaliere va d’accordo a giorni alterni e nella sua Regione è già riuscito a spaccare il Pdl.
• Come mai queste formazioni politiche si sono astenute?
Si sono incontrati prima del voto e hanno concordato una linea comune su questo caso, fatto che ha fatto gridare alla nascita di un nuovo gruppo. Un nuovo gruppo in realtà non c’è, perché i finiani continuano a dire di far parte della maggioranza, mentre per esempio l’Udc è schierata fin dal 2008 con l’opposizione. Però l’astensione di tutti quanti è un messaggio al governo, che vuole significare: ci siamo e siamo forti e potremmo anche (forse, un giorno, chissà) dar vita a un terzo polo o a qualcosa che gli somiglia. Per i finiani il messaggio è ancora più incisivo: governo, per prendere tutta una serie di decisioni su questioni che non erano state previste nel programma elettorale dovrai prima discutere con noi.
• Però il governo ha vinto, il sottosegretario Caliendo resta al suo posto.
I politici non la fanno così semplice. Alla Camera, per avere il controllo garantito dell’assemblea, bisogna contare su 316 deputati almeno. Il sottosegretario Caliendo è stato salvato da una maggioranza di 299 voti. Ne mancano quindi 17. Se si sommano gli astenuti e i voti favorevoli, si trova il numero 304. Quindi – si potrebbe dire – Caliendo è stato salvato da una minoranza. Quindi il governo in questo momento è imperniato su una minoranza.
• Significa che Berlusconi potrebbe dimettersi?
Il Cavaliere, che è stato presente al dibattito di ieri (cosa che non accadeva da tempo immemorabile) ha tenuto un vertice prima del voto e ne ha convocato un altro per oggi. Vuole discutere con i suoi i numeri emersi oggi. Ieri dopo il voto Bossi ha escluso che si vada a elezioni anticipate. L’opposizione invece insiste sulla fine della maggioranza. Come si sa, Berlusconi sarebbe disposto a certificare la fine della sua maggioranza ma solo se fosse certo delle elezioni anticipate. Gli astenuti di ieri e il Pd vorrebbero invece un governo tecnico, per votare poi con una legge elettorale diversa dall’attuale. Fini, avendo bisogno di tempo, dovrà manovrare per non far cadere il governo. Il Cavaliere invece a quanto pare va in cerca di un incidente. Ieri sono avvenuti tre fatti che non sono destinati a rasserenare il clima tra i due ex alleati: a capogruppo del Fli alla Camera è stato scelto Italo Bocchino, cioè l’uomo della polemica più dura contro il presidente del Consiglio; il sottosegretario Viespoli, finiano, ha annunciato le sue dimissioni da sottosegretario per andare a guidare i senatori del Fli; l’onorevole Chiara Moroni ha annunciato il suo passaggio dal Pdl a Futuro e Libertà. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 5/8/2010]