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 2010  agosto 11 Mercoledì calendario

Una specie di diluvio universale, che sta travolgendo l’Asia, fa da tragico pendant alle fiamme russe

Una specie di diluvio universale, che sta travolgendo l’Asia, fa da tragico pendant alle fiamme russe.

Ci sono italiani coinvolti?
In Russia finora no. Nel Kashmir c’è un italiano morto e otto nostri connazionali intrappolati nel fango tra le valle dell’Himalaya. I nomi non sono ancora stati resi noti, ma le autorità del Ladakh, regione famosa per i monasteri tibetani e per il trekking, hanno informato la Farnesina che questo italiano – un ragazzo in viaggio insieme con una comitiva in un luogo lontano dalla capitale Leh – sarebbe stato portato via da un fiume di acqua e fango. Il suo corpo non è ancora stato ritrovato. I familiari sono stati già informati.

E gli altri otto italiani?
Quattro uomini e tre donne di nazionalità italiana, tra i 26 e i 43 anni, sono bloccati a Pang, a circa 4.400 metri d’altezza. Un’altra italiana si trova invece a Biamah. In tutto, i nostri connazionali in attesa di rientrare e al momento in viaggio verso New Delhi sono duecento. «Due giorni fa erano 300. Stiamo procedendo a pieno ritmo - ha fatto sapere il capo dell’unità di crisi Fabrizio Romano - La situazione, stando a quanto riferito dalle autorità indiane, sta tornando lentamente alla normalità». Il nostro ministero degli Esteri rinnova comunque l’invito a tutti i connazionali che abbiano lasciato il Ladakh «a segnalarsi all’unità di crisi o all’ambasciata locale per confermare le proprie condizioni». Questo della localizzazione è uno dei problemi più difficili da affrontare. La nostra ambasciata di New Delhi ha mandato da due giorni un suo diplomatico, Gianluca Brusco, nel Ladekh per facilitare la localizzazione e il recupero dei turisti italiani che si trovano laggiù. In totale, i morti accertati in questa zona erano, fino a ieri, 165.

La situazione più grave è in India?
No, è in Cina e in Pakistan. Da settimane la Cina è colpita da inondazioni e smottamenti di terreno. Nell’ultimo week-end un fiume di fango ha travolto la contea di Zhouqo, provincia nord-occidentale del Gansu, sommergendo interi villaggi. L’agezia di stampa cinese Xinhua parla di 700 vittime e prevede che questa cifra crescerà – e di molto - nelle prossime ore. Sono a rischio inondazione anche lo Shaanxi, l’Hebei, lo Shandong, il Jilin e il Liaoning, dove il Centro Meteorologico Nazionale prevede piogge torrenziali per i prossimi tre giorni. Altre fonti accreditano un bilancio di 1100 vittime. In Pakistan si sta assistendo a qualcosa che, secondo l’Onu, è peggio dello tsunami del 2004. Da settimane imperversano piogge torrenziali che hanno colpito un’area estesa più di mille chilometri, uccidendo oltre 1.600 persone. Gli sfollati sono 14 milioni, le case distrutte 700 mila. A rischio sono ormai le pianure del Sindh verso le quali si dirigono le acque alluvionali. Il presidente Zardari, subissato dalle critiche per aver confermato le visite in Francia e in Inghilterra in un momento come questo (in Inghilterra un tizio gli ha tirato una scarpa addosso), si è deciso a tornare. L’ambasciata del Pakistan a Roma ha attivato un fondo, di cui la Farnesina dà gli estremi per coloro che volessero aiutare quegli infelici: Nome Conto: Prime Minister’s Flood Relief Fund Iban: IT98H0569603215EDCEU0551290 Swift/Bic Code: PO5OIT22 Banca Popolare Di Sondrio Agenzia n.15 Via della Farnesina 154, 00194, Roma. Il governo italiano ha già mandato beni di prima necessità per 30 tonnellate, pari a un controvalore di 200 mila euro, ai distretti di Muzaffargarh e Multan. Altri 400 mila euro saranno forniti dalla nostra Croce Rossa alla Mezza Luna pakistana. Nella zona di Malakand, l’Italia ha anche programmato investimenti agricoli per sei milioni di euro, che si aggiungono ai quattro milioni versati nel Trust Fund-Multi Donatori.

E in Europa?
Il Centro Europa è flagellato da piogge monsoniche. Secondo Giancarlo Maracchi, responsabile dell’Istituto di biometeorologia del Cnr «c’è l’umidità proveniente dall’Atlantico che si incanala dalla Gran Bretagna verso il Mediterraneo, dove trova l’onda calda che dai tropici si spinge sempre più lontano, sempre più vicino ai Poli. E c’è il contrasto tra questi due flussi, tra il mare di aria calda africana e la corrente di aria fredda atlantica: la massa di aria calda prima sale e poi si condensa, trasformandosi in piogge violente». Gli scienziati che hanno rilasciato dichiarazioni ieri hanno rilanciato le teorie sul riscaldamento globale.

Prove?
Al di là degli episodi, il famoso meteorologo Luca Mercalli ha spiegato che la temperatura media del luglio 2007 è stata di 7,8 gradi più alta del valore normale e ha superato di 2,5 gradi il precedente record del 1938. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 11/8/2010]