La Gazzetta dello Sport, 12 agosto 2010
Registriamo, nella guerra quotidiana Fini-Berlusconi, la seguente dichiarazione del presidente del Consiglio, messa in rete ieri sera: «Al di là del frastuono delle irresponsabili e a volte farneticanti parole pronunciate da taluni contro il Governo e contro la propria stessa maggioranza, se vi sarà questo spirito costruttivo contenuto nelle dichiarazioni di alcuni senatori del centrodestra, che accolgo con grande soddisfazione e disponibilità, sarà certamente possibile ritrovare quell’unità che, ove mancasse, non potrebbe che portare a scelte dolorose e definitive
Registriamo, nella guerra quotidiana Fini-Berlusconi, la seguente dichiarazione del presidente del Consiglio, messa in rete ieri sera: «Al di là del frastuono delle irresponsabili e a volte farneticanti parole pronunciate da taluni contro il Governo e contro la propria stessa maggioranza, se vi sarà questo spirito costruttivo contenuto nelle dichiarazioni di alcuni senatori del centrodestra, che accolgo con grande soddisfazione e disponibilità, sarà certamente possibile ritrovare quell’unità che, ove mancasse, non potrebbe che portare a scelte dolorose e definitive. Il riconoscere che il mandato elettorale ricevuto e il programma di governo votato da milioni di italiani sono da rispettare come assoluto valore etico è l’unico atteggiamento responsabile e costruttivo che si aspettano i nostri elettori. Elettori del Pdl e della Lega che ci hanno sostenuto e consentito di vincere tutte le competizioni elettorali dal 2008 a oggi, comprese le recenti elezioni regionali. Elettori che non potrebbero comprendere come alcuni possano dividersi per giochi di palazzo della vecchia politica ed esclusivamente per un tornaconto di parte».
• Significato?
I dieci senatori finiani hanno discusso una nota da sottoscrivere all’unanimità. Hanno preso in considerazione un documento duro, poi lo hanno scartato in favore di un testo morbido dove si legge: ««Dopo i polveroni polemici e strumentali di Ferragosto a settembre la strada maestra deve essere quella di un serio confronto nella maggioranza sull’agenda di governo». Aperture sono arrivate anche dal vice capogruppo della Camera, Giorgio Conte, e dall’onorevole Silvano Moffa. Moffa non vuole essere considerato una colomba del Fli («guai a parlare di queste distinzioni»), ma invita a «ritrovare il senso politico del confronto ed evitare questa delegittimazione reciproca». Altri finiani hanno infatti attaccato a testa bassa il presidente del Consiglio. Briguglio ieri ha detto che il capo del governo deve spiegare come entrò in possesso della casa di Arcore, Bocchino l’altro giorno, in un’intervista a Repubblica, ha sostenuto che Berlusconi, prima di pretendere le dimissioni di Fini da presidente della Camera, dovrebbe dimettersi lui stesso, dato che è pluriindagato (mentre Fini, nell’ormai celebre affaire Montecarlo, non viene cercato dai magistrati neanche come persona informata dai fatti). Di fronte a queste bordate, le aperture dei senatori e le parole pacate di Moffa fanno notizia. I finiani sono divisi? Moffa vuole che ai quattro punti su cui Berlusconi chiederà la fiducia a settembre (giustizia, fisco, Mezzogiorno, federalismo) si aggiungano anche le riforme istituzionali. La dichiarazione di Berlusconi fa seguito a queste aperture e deve essere letta come un incoraggiamento ai finiani moderati a ripensare la loro scelta. L’avvertimento è chiaro: se non tornate indietro a ricostituire la maggioranza nella quale siete stati eletti, andremo a votare. E certo, chi ci ha messo in questa situazione non sarà ricandidato.
• Di Fini si sa niente?
Lo stesso Moffa ha riferito che il presidente della Camera si trova in uno stato di sofferenza e scoramento. Questi sentimenti vanno capiti: non si tratta solo del rischio di un tracollo politico. Ci sono anche le disillusioni della vita privata.
• I Tulliani?
La foto pubblicata da Chi, il settimanale di Mondadori, in cui si vede Giancarlo Tulliani che lava la sua Ferrari blu da 197 mila euro, è priva di rilievo giudiziario, ma ha un impatto mediatico tremendo. Questo ragazzo Tulliani è dunque un uomo molto ricco e, si insinua su tutta la stampa amica del presidente del Consiglio, di una ricchezza misteriosa. Ieri il sito Dagospia ha messo in rete la storia dell’attività immobiliare dei Tulliani. Una lista impressionante, che dà un valore finale ipotizzato di una ventina di milioni. Deputati ex di An hanno aperto una sottoscrizione per raccogliere 400 milioni e ricomprare il famoso appartamento da destinare al patrimonio del loro vecchio partito. Teodoro Buontempo vorrebbe che la casa fosse donata ai familiari dei missini uccisi.
• Che cosa dicono quelli dell’opposizione?
Proprio ieri Bersani ha invitato, in caso di elezioni, a fare fronte comune contro Berlusconi. Di Pietro s’è avvicinato all’ipotesi del governo tecnico, che rifaccia la legge elettorale e abbia un mandato a tempo.
• Sono pronti ad allearsi anche con Fini?
A questo punto non è chiaro. Di Pietro, in un’intervista, ha sostenuto che Fini deve farsi dire dal cosiddetto cognato chi c’è dietro queste società off-shore. Anche Repubblica, negli ultimi giorni schierata senza esitazioni col presidente della Camera, ieri lo ha invitato a premere sul cognato perché faccia chiarezza. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 12/8/2010]