La Gazzetta dello Sport, 21 agosto 2010
I punti programmatici su cui Silvio Berlusconi chiederà la fiducia sono cinque, e non quattro. Se non ci sarà una maggioranza sufficiente, «noi siamo pronti al voto, anche entro dicembre»
I punti programmatici su cui Silvio Berlusconi chiederà la fiducia sono cinque, e non quattro. Se non ci sarà una maggioranza sufficiente, «noi siamo pronti al voto, anche entro dicembre». E poi: non abbiamo nessuna responsabilità nella campagna giornalistica che attacca Gianfranco Fini, cioè: «non abbiamo orchestrato un bel nulla»; «non ho mai inseguito nessuno per farlo tornare nel Pdl, anzi noi non abbiamo da chiedere niente a nessuno»; «e i sondaggi ci dicono che noi, la Lega e qualche altro alleato abbiamo consensi superiori al 50%». Il finiano Bocchino ha commentato così: «Nessuna novità, la fiducia è scontata».
• Elezioni entro dicembre?
Bossi sta dicendo da tre giorni che bisogna andare al voto subito. Ieri Berlusconi lo ha ribadito... Ma procediamo con ordine. Ieri c’è stata una riunione di quasi 6 ore a Palazzo Grazioli a cui hanno partecipato Ghedini, Letta, La Russa, Verdini e Bondi, i ministri Tremonti, Matteoli, Alfano, i capigruppo di Camera e Senato Cicchitto e Gasparri, il sindaco di Roma, Alemanno. Scopo: scrivere, con la maggiore approssimazione possibile, il documento programmatico su cui poi, quasi certamente il 30 settembre, il premier andrà a chiedere la fiducia in Parlamento. Lei sa che questo è il sistema con cui il Cavaliere ha deciso, prima di Ferragosto, di «stanare» i finiani. Se i 44 parlamentari che stanno col presidente della Camera voteranno «sì» al programma, il governo andrà avanti. Altrimenti, Berlusconi si dimetterà, aspettandosi che Napolitano sciolga le Camere e si vada alle elezioni. Inutile discutere tutti i possibili scenari alternativi a questo sbocco ipotizzato dal capo del governo. È importante invece sottolineare che Berlusconi ha parlato, anche nelle risposte alle domande dei giornalisti, di «maggioranza sufficiente». Cioè: per realizzare i 5 punti programmatici ci vuole una consistenza parlamentare importante. Quindi, un’astensione dei finiani, che darebbe al governo una prevalenza risicata, potrebbe provocare lo stesso una salita al Quirinale. Ma sarà una partita tutta da vedere.
• Quali sono questi cinque punti programmatici?
Ai quattro che si conoscevano già alla vigilia, se n’è aggiunto un quinto, quello della sicurezza. In sintesi: punto 1, il federalismo, senza aggravi fiscali (non piace né a Fini né a Casini); punto 2, il fisco, con la riduzione della «giungla»; punto 3, il Sud, con un piano dei lavori pubblici comprendente il Ponte sullo Stretto, il completamento della Salerno-Reggio Calabria e la Banca per il Sud (quella che vuole Tremonti); punto 4, la giustizia, con le solite idee che conosciamo, e cioè la separazione delle carriere, il giusto processo, eccetera. Infine, al quinto punto, la sicurezza: lotta «senza tregua» alla criminalità organizzata, proseguimento del dispiegamento militare nelle grandi città; respingimento degli immigrati illegali.
• Non erano punti già contenuti nel programma? Come potranno i finiani votare contro? Magari voteranno a favore il 30 settembre e daranno del filo da torcere dopo.
Berlusconi ha già fatto sapere che il documento di ieri sarebbe stato solo una bozza, da completare ad opera dei capigruppo di Camera e Senato. L’idea è di dettagliare parecchio i cinque punti in modo da rendere impossibile, o clamoroso, un voltafaccia successivo. Ieri Berlusconi ha detto che i focus relativi al consenso del centro-destra sono rassicuranti. Bossi è talmente convinto di vincere a man bassa che vuole — o dice di volere — andare alle elezioni prima della fine dell’anno. Il piano della Lega è molto chiaro: Berlusconi vada a fare la battaglia al Sud, che al Nord i voti li pigliamo noi.
• Il Sud non è il posto dove cercheranno consensi anche i finiani?
Sì, e in questo c’è un elemento di pericolo. Se le elezioni diventano una partita Nord contro Sud il Paese rischia di spaccarsi sul serio. Il federalismo non può essere fatto contro il Mezzogiorno, ma insieme con il Mezzogiorno. I finiani avranno comunque qualche problema a sostenere il governo. L’altro giorno quelli di Fare Futuro hanno detto peste e corna del berlusconismo, chiedendo scusa per averlo sostenuto tutti questi anni. I finiani hanno preso le distanze, ma di qui al 30 settembre l’antiberlusconismo dell’area Fli sembra destinato ad aumentare.
• Ma a Fini non conviene prender tempo? Come può essere pronto per il voto a novembre o a dicembre?
Si sa che annuncerà la nascita del nuovo partito il 5 settembre, nel corso della Festa tricolore di Mirabello. Una voce insistente dice che Berlusconi risponderà riportando nell’alleanza Casini, in modo da sgominare qualunque tentazione di Terzo polo, pericolosa soprattutto al Senato. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 21/8/2010]