La Gazzetta dello Sport, 14 settembre 2010
A parte la storia del portiere Sereni – sulla quale è prudente non pronunciarsi: ieri la moglie Silvia Cantoro ha offerto una versione dei fatti diametralmente opposta – esiste in Italia una questione dei padri separati…• In che senso?Nel senso che le leggi pencolano vistosamente dalla parte delle madri, e questo in una certa misura è comprensibile, purché però le mamme non nascondano i figli all’ex marito, impedendo loro di incontrare i papà e creando storie di autentica, grande sofferenza
A parte la storia del portiere Sereni – sulla quale è prudente non pronunciarsi: ieri la moglie Silvia Cantoro ha offerto una versione dei fatti diametralmente opposta – esiste in Italia una questione dei padri separati…
• In che senso?
Nel senso che le leggi pencolano vistosamente dalla parte delle madri, e questo in una certa misura è comprensibile, purché però le mamme non nascondano i figli all’ex marito, impedendo loro di incontrare i papà e creando storie di autentica, grande sofferenza. Il web è pieno di blog tenuti da genitori maschi disperati: "Caro papà", "Figli contesi", "Forza papà", "Figli negati" oppure "Papà separati" nel senso di “separati dai figli”. Ieri su Repubblica Maurizio Crosetti ha scritto che «negli ultimi dieci anni sono stati uccisi in un raptus o a sangue freddo 158 minori, trasformati in oggetto di violenza e follia».
• Ma io non credo proprio che questi poverini siano vittime della crudeltà materna.
No, il dato è significativo perché mostra a che cosa può portare una separazione condotta non civilmente, cioè senza lo sforzo, da parte di tutt’e due, di non far pagare ai figli il costo di un fallimento sentimentale. Vi sono altri dati: nel 2009, 100.252 bambini (66.406 dei quali minori) sono stati coinvolti in separazioni non consensuali, e 49.087 in divorzi. Nell’85 per cento dei casi, i giudici affidano i figli alle madri, e capita troppe volte che gli accordi e gli obblighi sul tempo da concedere ai papà vengano disattesi o ignorati. Per esempio, sentiamo Ernesto Emanuele, presidente dell’Associazione “Papà separati” di Milano: «La legge stabilisce che il padre non può più vedere i figli quando c’è una denuncia di mobbing o di violenza da parte della moglie. Se la moglie accusa il marito di usarle violenza, e lo fa anche senza apportare alcuna prova, allora lui deve lasciare la casa e i figli. In due ore i padri sotto accusa devono andarsene e sta a loro dimostrare la propria innocenza». Essendo poi i tempi della giustizia lentissimi, può capitare che al poveretto venga restituita l’onorabilità quando i figli sono diventati maggiorenni. Emanuele racconta il caso concreto di un padre accusato di aver molestato la figlia di 5 anni. Completamente scagionato dopo un bel po’ d’anni, s’è sentito rispondere dalla figlia ormai diciottenne: «Io non ti conosco, non sei mio padre, cosa vuoi da me?».
• Non c’è un modo di convincere le madri a non essere tanto crudeli?
Salvatore Garofalo, presidente dell’Associazione “Papà separati” di Palermo racconta che a Bruxelles il giudice trasferisce senz’altro i figli al padre quando la madre tiene un atteggiamento “ostativo”. Tiberio Timperi, il più famoso dei padri separati che si trovano in questa situazione, ci ha scritto un libro sopra. «I giudici – dice - dovrebbero avere il coraggio di essere impopolari e affidare il bambino al genitore più equilibrato. Se questi è il papà, che si dia il bambino a lui. Cosa che in Italia non succede mai». Una recente sentenza della Cassazione va un po’ nel senso auspicato da Timperi: stabilische che il papà al quale l’ex moglie impedisce di vedere i figli ha diritto al risarcimento dei danni morali (e viceversa). È il caso del cantante Morgan e di Asia Argento, madre di sua figlia Anna Lou.
•Queste resistenze delle mamme non hanno poi anche una conseguenza economica? Un uomo che deve continuare a battagliare con la moglie spenderà un mucchio di soldi…
Il problema esiste. A Roma, il Comune ha creato nel 2009 una “Casa dei papà”: 22 appartamenti dove stare con i figli, canone mensile 200 euro. L’assessore alle Politiche sociali della città, Sveva Belviso, spiega: «A precipitare nel disagio economico sono i genitori non affidatari, solitamente i papà, che, oltre a versare l’assegno mensile, devono contestualmente lasciare la dimora. Basti pensare che lo scorso anno molte delle persone accolte nell’ex Fiera di Roma per il Piano freddo erano proprio padri separati precipitati nel disagio economico dopo la separazione». Stanno prendendo un’iniziativa analoga anche a Milano: in via Calvino sorgerà la “Casa del padre separato”, 160 posti letto con camere singole e doppie, mensa, giardinetto e biblioteca. L’Associazione matrimonialisti italiani ha calcolato che a Milano, tra città e provincia, i padri separati in difficoltà economica sono quasi cinquantamila. Certe statistiche sostengono che a Milano il 70 per cento dei frequentatori dei dormitori sono papà separati.
• Mi pare impossibile.
La matrimonialista Bernardini De Pace non crede assolutamente alle difficoltà degli uomini («stanno peggio le donne, magari con due figli da tenere e senza lavoro»). L’avvocato Cesare Rimini dice che, per colpa della crisi, «negli ultimi mesi c’è stato un boom di cause per rivedere gli assegni di mantenimento». [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 14/9/2010]