La Gazzetta dello Sport, 25 settembre 2010
La lettera del ministro della Giustizia di Santa Lucia è autentica…• Guardi, mi sono perso prima ancora di cominciare
La lettera del ministro della Giustizia di Santa Lucia è autentica…
• Guardi, mi sono perso prima ancora di cominciare. Ho già capito che parleremo di Fini, Berlusconi, la casa di Montecarlo, i Tulliani e di posti misteriosi in luoghi lontanissimi che vengono definiti paradisi fiscali.
Va bene, cercherò di farle capir qualcosa. Ha chiara la storia della casa di Montecarlo? Una fedelissima del Msi e di An lascia il suo patrimonio ad An e nel patrimonio è compreso un appartamento a Montecarlo che, secondo tutti, vale oggi un milione e mezzo di euro. L’amministratore di An, col consenso di Fini, lo vende a 300 mila euro a una società che sta in questo paradiso fiscale, nello staterello di Santa Lucia. Questa società – che si chiama Printemps (vorrebbe dire primavera) – vende a sua volta l’appartamento a un’altra società paradisiaca – la Timara ltd – e questa lo affitta infine a Giancarlo Tulliani, che è il fratello della compagna di Fini, per dir così il cognato. Scrivevamo questo il 4 agosto e da allora la faccenda non ha fatto che crescere a dismisura.
• Come mai? Che ce ne importa?
I berlusconiani, capeggiati dai quotidiani Il Giornale e Libero, da un pezzo insinuano o fanno capire che Tulliani è il vero padrone di quella casa. Quindi Fini avrebbe consentito che si svendesse un patrimonio di An per favorire un parente. Ci hanno dato dentro anche Panorama e Chi, settimanali mondadoriani. Da quell’altra parte, cioè da parte di Fini e dei finiani, s’è sostenuto invece che erano all’opera servizi segreti deviati, i quali ogni giorno fabbricavano qualche storia e chi sa che cosa sarebbero arrivati a manipolare. Secondo loro – e qualche volta lo insinuavano, qualche altra lo dicevano esplicitamente – il grande burattinaio di questi agenti segreti deviati era naturalmente Berlusconi.
• A un certo punto arriva una lettera. Che dice questa lettera?
No, è più complicato di così. A un certo punto due giornali di San Domingo pubblicano due articoli assolutamente identici in cui raccontano di una lettera. Questa lettera sarebbe stata scritta dal ministro della Giustizia di Santa Lucia al suo primo ministro. E direbbe questo: che dietro le società offshore della casa di Montecarlo c’è il cognato del presidente della Camera italiana, Gianfranco Fini. Dagospia riprende la lettera dal sito dei due quotidiani. I due giornali berlusconiani la riprendono a loro volta da Dagospia e la sparano con titoli del tipo «ecco la prova». Prima conseguenza: i finiani, che stavano trattando con Berlusconi su questioni relative alla giustizia, rompono immediatamente, pur ribadendo che mercoledì prossimo, se Berlusconi chiederà la fiducia, loro gliela daranno.
• La lettera è falsa o no?
I finiani dicono che è un altro prodotto dei servizi deviati all’opera per conto di Berlusconi. Berlusconi sta zitto. I berlusconiani più arrabbiati sono sulla linea dell’«ecco la prova». Naturalmente nessuno di noi era fino a ieri in grado di dire se la lettera fosse vera o falsa e per 24 ore ci siamo tenuti tutti il dubbio. Ma ieri sono accadute due cose: primo, Fini ha annunciato per stamattina un video-messaggio in cui dirà la sua verità sulla faccenda Montecarlo; secondo, il ministro della Giustizia di Santa Lucia, l’ormai famoso Rudolph Francis, ha poco dopo annunciato una conferenza stampa in cui avrebbe spiegato come stavano le cose. Conferenza stampa abbastanza inutile, in definitiva, perché ieri mattina lui stesso aveva confermato al Fatto che la lettera era autentica. In ogni caso, la conferenza stampa è durata tre minuti: «Sì, il documento è mio, l’ho compilato io. Questo tipo di documenti viene emesso quando il nome del nostro Stato viene citato in caso di inchieste o notizie giornalistiche. Raramente queste carte arrivano all’attenzione della stampa, ma in questo caso era giusto farlo. Non vogliamo che il nostra sistema economico venga danneggiato da vicende del genere. Il nostro governo aprirà un’inchiesta su questa storia». E tanti saluti.
• Quindi?
Quindi i dubbi restano e sono grossi. Intanto si deve dimostrare che l’autenticità della lettera attesti senza dubbi che la casa è di Tulliani (non lo attesta). Poi: come mai è scritta su una carta intestata che non è quella normalmente adoperata da quello Stato? Come mai un paradiso fiscale, che vive sul principio dell’omertà, lascia che per la prima volta nella storia un suo ministro parli? La zuffa italiana su Montecarlo è talmente appassionante per gli abitanti di San Domingo da indurre i due quotidiani locali a raccontare l’affaire ai loro lettori? E come mai con due pezzi identici? E come mai i colleghi di Santa Lucia, invece, non se ne sono occupati? L’aria da patacca la lettera continua ad averla. Ma può un ministro di Stato – e sia pure di uno stato insignificante – mentire così spudoratamente? E perché? [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 25/9/2010]