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 2010  ottobre 02 Sabato calendario

Qualcuno ha tentato di sparare a Maurizio Belpietro, il direttore del quotidiano “Libero”, e questo rende obbligatoria la domanda: non staremo tornando agli anni Settanta?• Com’è andata?Giovedì sera Belpietro rientrava da Roma in aereo, ha scritto l’editoriale in volo, arrivato a terra lo ha trasmesso e intanto s’è fatto portare a casa, in via Monti della Pietà, al centro di Milano

Qualcuno ha tentato di sparare a Maurizio Belpietro, il direttore del quotidiano “Libero”, e questo rende obbligatoria la domanda: non staremo tornando agli anni Settanta?

Com’è andata?
Giovedì sera Belpietro rientrava da Roma in aereo, ha scritto l’editoriale in volo, arrivato a terra lo ha trasmesso e intanto s’è fatto portare a casa, in via Monti della Pietà, al centro di Milano. Erano le 22.45. Il giornalista gira da otto anni con una scorta di due uomini, per via delle minacce che ha ricevuto. Arrivati a casa, uno di questi due uomini lo ha accompagnato fino al quinto piano, poi, rinunciando all’ascensore perché voleva fumare una sigaretta, ha imboccato le scale e qui, dopo pochi gradini, s’è imbattuto in un uomo alto un metro e 80, di circa quarant’anni, in tuta, ma con una camicia tipo guardia di finanza. Costui, credendosi forse scoperto, ha estratto una pistola – dovrebbe essere una Beretta –, l’ha puntata, abbassato il cane e premuto il grilletto. Ma l’arma s’era inceppata, e l’uomo della scorta ha fatto in tempo a tirar fuori il suo, di revolver, e a sparare due colpi in aria. Il tizio è scappato, mentre l’uomo di scorta esplodeva un terzo colpo. Impossibile riprenderlo, perché quel condominio ha parecchie uscite. Sono arrivate sei volanti e qualche uomo della Digos, ma niente, fino a questo momento non l’hanno preso. Belpietro era intanto stato avvertito di restar chiuso in casa e non aprire a nessuno. C’erano con lui la moglie, le due figlie e i suoceri. Poco dopo gli spari, ha telefonato al giornale e fatto buttar giù la prima pagina, perché si facesse la cronaca di quanto era accaduto.

Belpietro è quel giornalista di destra che si vede anche in tv, quello che faceva L’antipatico e ogni tanto va da Santoro a fare il controcanto a Travaglio?
Sì, è lui, un giornalista bresciano di 52 anni che ha fatto per tanto tempo il braccio destro di Vittorio Feltri, poi è andato a dirigere Il Tempo, quindi Il Giornale, poi Panorama. L’approdo a Libero è avvenuto l’anno scorso: Berlusconi aveva bisogno di tirar su Il Giornale, in difficoltà con i conti, e in quattro e quattr’otto fece traslocare Vittorio Feltri, che in quel momento si annoiava a Libero. Angelucci, l’editore di Libero (e del Riformista), sfilò allora Belpietro a Panorama. Il Giornale ha guadagnato parecchio dal cambio, e Libero non ci ha perso. I due sono berlusconiani e si fanno concorrenza a destra. Belpietro ha martellato su Fini con la stessa intensità di Feltri. Tutto questo può inquadrare l’agguato, ma naturalmente non lo giustifica. È un atto orrendo che ha suscitato sdegno in tutti quanti, compresi gli avversari per la pelle di Libero, cioè i democratici. Ci sono dichiarazioni inequivocabili di Fassino, della Finocchiaro eccetera. Il ministro Maroni ha definito l’episodio “gravissimo”.

Non ho capito la giacca da finanziere e i pantaloni della tuta.
Il tizio aveva probabilmente intenzione di suonare alla porta e di sparare quando Belpietro avesse aperto. Per mimetizzarsi allo spioncino dell’uscio basta la giacca. Intendiamoci, è una ricostruzione probabile, ma non certa. Non c’è stata rivendicazione. Potrebbe anche trattarsi di un ladro colto in flagrante.

Ma secondo lei stiamo riprecipitando negli anni di piombo? Perché a me questo ritorno degli Anni Settanta non pare proprio…
La tecnica abbozzata dallo sconosciuto è quella delle vecchie Brigate rosse: farsi aprire la porta, poi gambizzare o uccidere. Non c’è un clima da Anni Settanta, e sono d’accordo, ma l’atmosfera generale non è piacevole. I quotidiani – compresi Libero e Il Giornale – gridano, le discussioni in tv sono al limite della rissa, lo spettacolo del match tra il premier e Fini non è stato dei più edificanti, Di Pietro spara insulti ogni volta che apre bocca (l’Idv ha solidarizzato comunque senza esitazioni con Belpietro). Ci sono anche degli episodi, come lei ricorderà: la statuetta lanciata contro Berlusconi a dicembre, il candelotto tirato in faccia a Bonanni, una questione di pochi centimentri e ci avrebbe rimesso la vita. Adesso Belpietro.

Ma dove sono le Br? Dov’è l’Autonomia?
Qualche discorso tipo anni Settanta si sente. Rubina Affronte, la ragazza ventiquattrenne del candelotto contro Bonanni, ha detto: «Io penso, anzi noi pensiamo, che la democrazia sia avere pari diritti e pari opportunità. Ma è differente per chi parla per tanti altri come milioni di operai. E quindi, secondo noi, era importante non far parlare Bonanni». Alla domanda: impedirgli di parlare è democrazia?, Rubina ha risposto: «Non era impedire di parlare a una persona. Ma a chi, con quelle parole, mette in pericolo i diritti fondamentali di milioni di lavoratori». [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 2/10/2010]