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 2010  ottobre 07 Giovedì calendario

Il cantante Tiziano Ferro ha scritto un libro in cui rivela di essere gay. Titolo: Trent’anni e una chiacchierata con papà, editore Kowalski (quello delle formiche che s’incazzano)

Il cantante Tiziano Ferro ha scritto un libro in cui rivela di essere gay. Titolo: Trent’anni e una chiacchierata con papà, editore Kowalski (quello delle formiche che s’incazzano). Sarà in vendita dal 20 ottobre.

Dov’è il problema?
Il problema esiste. Altrimenti come mai i giornali avrebbero fatto, anche su questo coming out, titoli a caratteri di scatola? Come mai anche noi oggi ce ne occupiamo? Come mai lo stesso Tiziano Ferro ha deciso di puntare su questo elemento per lanciare il volume? Disse una volta Aldo Busi (che ha smesso di fare sesso e oggi si dichiara omosessuale ideologico): finché si continuerà a far notare, in qualunque modo, che qualcuno è omosessuale, il problema esisterà (cito a memoria). Del resto, gli stessi omosessuali, quando si mettono in marcia per i loro Gay Pride, denunciano che il problema esiste, che l’omosessualità è ancora un elemento di scandalo, di fronte a cui, in qualche modo, la cosiddetta gente per bene non riesce a restare indifferente. Vale soprattutto per le donne: mentre i maschi, specie se famosi, dichiarano a un certo punto la loro pretesa diversità qualche volta persino con un tanto di spavalderia, le donne ammettono con più difficoltà di essere lesbiche.

Gianna Nannini…
È una delle poche, e comunque non si dichiara lesbica, ma plurisessuale. L’altra grande lesbica che mi ricordo è la Navratilova, che mi fa venire in mente pure la Mauresmo.

Lo sport ha una certa resistenza ad ammettere questo tipo di orientamento…
L’omosessualità è molto diffusa tra le calciatrici, mentre viene negata con caparbietà dai calciatori. Lippi nel 2009: «Onestamente credo che tra i calciatori di gay non ce ne siano. In 40 anni di attività non li ho mai incontrati, ma non li escluderei per questo dalla Nazionale». Però l’altra sera è andato da Chiambretti un giornalista de La7, di nome Paolo Colombo, e ha detto che di omosessuali, nel calcio, ce ne sono eccome: «Nella Juve c’è un gay che milita tra il centrocampo e l’attacco. Un altro ha lasciato il Milan e ora gioca altrove. Io stesso ho avuto una relazione con un calciatore straniero arrivato in Italia a fine anni ’90. Poi si è sposato!». Ancora: «Non parlare dell’omosessualità nel calcio è un’autodifesa di quel mondo. Nel calcio però di gay ce ne sono, me ne accorgo quando li intervisto. Anche nelle squadre al top della classifica. Ci sono giocatori controllati, giocatori per cui le società hanno ritirato le foto perché questi erano in compagnia di uomini anche nudi sulle barche. C’è una sorta di pudore da parte delle società per proteggere il giocatore, anche se poi l’anno dopo, lo stesso giocatore, viene immediatamente ceduto». Franco Grillini, presidente onorario di Arcigay, disse nel 2007 proprio a noi di Gazzetta di aver avuto una storia con un calciatore e di sapere in genere che l’omosessualità viene nascosta dai giocatori perché «allo stadio li distruggerebbero». Lo stesso Paolo Colombo intervistò nel 2008 un calciatore di serie C che si vendeva a una dozzina di colleghi di serie A(«sono più attivi che passivi», «in tre occasioni mi hanno chiesto di fare l’amore di gruppo», eccetera). Un altro che racconta di aver avuto storie con i giocatori è Cecchi Paone. Certo, potrebbero essere tutte balle. Però, preso un qualunque gruppo umano abbastanza consistente, si sa che gli omosessuali stanno tra il 6 e il 10 per cento. Perché la cosa non dovrebbe essere vera tra chi gioca a pallone? Su cinquecento, una trentina almeno dovrebbero esserci.

Com’è la storia di Tiziano Ferro?
Dice che si sentiva dentro questo dubbio da sempre, di averlo raccontato, da adolescente, a una fidanzatina, e questa gli rise in faccia. Considerava l’omosessualità una specie di malattia, e non sapeva spiegarsi perché. Un paio d’anni fa lo disse al padre, e il padre gli rispose: «È giusto che tu possa essere te stesso e se qualcuno ha qualcosa da ridire mandalo affanculo». L’unica cosa che non mi piace di questa storia è l’operazione di marketing che nasconde. Oltre tutto, nel mondo dello spettacolo, le inclinazioni di Tiziano Ferro erano assolutamente note (come quelle di Cecchi Paone, prima che si rivelasse).

Il momento di dirlo ai genitori dev’essere davvero drammatico.
Alfonso Signorini ha raccontato di averlo rivelato una domenica a tavola, davanti alla gallina bollita con mostarda, presenti, oltre a mamma e papà, una zia zitella, la sorella, il cognato, la nipote. Disse: «Sono gay, amo uno uomo e sono andato a vivere con lui». Il padre, dopo cinque secondi di silenzio, rispose: «Mi l’avevi semper dì». [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 7/10/2010]