La Gazzetta dello Sport, 12 ottobre 2010
Ieri, parlando a braccio all’apertura del Sinodo sul Medio Oriente, Benedetto XVI ha denunciato le false divinità del nostro tempo: le ideologie terroristiche, la droga, il modo di vivere «propagato dall’opinione pubblica di oggi, in cui valori come la castità non contano più o il matrimonio non conta più»
Ieri, parlando a braccio all’apertura del Sinodo sul Medio Oriente, Benedetto XVI ha denunciato le false divinità del nostro tempo: le ideologie terroristiche, la droga, il modo di vivere «propagato dall’opinione pubblica di oggi, in cui valori come la castità non contano più o il matrimonio non conta più». Al primo posto di questa lista il Papa ha però messo i «capitali anonimi», «una delle grandi potenze della nostra storia», «un potere distruttore che minaccia il mondo e lo schiavizza».
• Che cosa sono i capitali anonimi?
A rigore, i capitali anonimi sono quelli che appartengono alle società anonime.
• E quand’è che una società è anonima?
Quando il suo possesso è talmente frazionato che risulta impossibile risalire agli azionisti di controllo, ai veri padroni. Tuttavia, in questo tipo di società esiste sempre un management e magari si sa anche chi ha il potere di nominare gli uomini da mettere ai posti di comando. Altre società più propriamente anonime sono quelle possedute da società collocate in paradisi fiscali, magari da semplici trust al portatore: in questo caso sapere chi c’è dietro è davvero impossibile. Ma c’è un altro modo di intendere l’anonimato. Può essere anonima anche una società di cui si conosce la proprietà, ma della quale non si può sapere che cosa fa. Per esempio, i fondi sovrani, benché posseduti dalle nazioni, sono in realtà opachi, nelle intenzioni e nei movimenti. Impossibile sapere che cosa farà un fondo sovrano saudita. Gli sceicchi pretendono in genere di farsi prestar soldi senza mostrare bilanci e senza fornir garanzie. Però, in questo senso, anche lo Ior, cioè la banca vaticana, è anonimo: solo il Papa e i collegi deputati conoscono i movimenti di questa banca, che può esportare segretamente qualunque quantità di denaro perché il Vaticano non aderisce ai trattati internazionali antiriciclaggio. Operazioni e clienti sono identificati da un numero. Ed essendo il Vaticano uno stato straniero, qualunque indagine che lo riguardi deve passare attraverso una rogatoria che in genere viene respinta. Magari si può pensare che la Banca vaticana, per sua natura, non possa operare che a fin di bene. Ma insomma…
• Quali danni concretamente può provocare a tutti noi una società anonima?
C’è stata in questi giorni una polemica indiretta tra il nostro ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi. Le parole del Papa si inseriscono bene in questa polemica. Sabato, alludendo alla crisi economica e al comportamento di banche, fondi sovrani e no, hedge e quant’altro, Tremonti ha detto: «Gli speculatori stanno tornando». Domenica, Draghi gli ha risposto senza nominarlo affermando che non è vero: «Non siamo tornati indietro». Ha aggiunto che c’è molta volatilità dei mercati (cioè i prezzi vanno su e giù come su una montagna russa), «ma sul controllo dei rischi sono già stati fatti importanti progressi dalle banche».
• Chi ha ragione?
È difficile dirlo, ma si possono prendere come parametro gli acquisti, da parte di chi investe denaro sul denaro (carta su carta), dei cosiddetti “titoli spazzatura”, i famosi “junk bonds”. Dealogie ha fornito dei dati proprio in questi giorni da cui risulta che l’anno scorso nel periodo gennaio-settembre vennero collocati in tutto il mondo titoli spazzatura per 163 miliardi di dollari. Quest’anno, nello stesso periodo, ne sono stati negoziati per 275 miliardi. Si tratta di un +58 per cento. Inoltre i titoli spazzatura di quest’anno sono più spazzatura dei titoli spazzatura di una volta. La differenza di rendimento, per esempio con i titoli di stato americani (che non sono spazzatura), era di di 250 punti nel giugno del 2007 ed è di 625 punti base adesso. Guardando questi numeri si direbbe che la speculazione ha ricominciato alla grande. Però potrebbero avere ragione sia Tremonti che Draghi: Draghi ha concentrato il suo discorso sulle banche, che forse corrono effettivamente meno rischi di un tempo. Tremonti invece si riferiva agli operatori di mercato in genere. Come saperlo però? Impossibile saperlo: quando si muovono capitali enormi, non si riesce a risalire a un “chi”. La stessa dimensione del fenomeno lo rende oscuro. Oscuro come l’oceano.
• Che cos’è un titolo spazzatura?
Un titolo che paga un rendimento molto alto perché chi lo ha comprato ha poche probabilità di rientrare del capitale investito. Ricorda i sub-prime e l’altra massa dei derivati che hanno innescato questa crisi? Erano titoli spazzatura, e chi li ha presi si è bruciato, incendiando nello stesso tempo tutto il mondo. Quelle operazioni furono favorite dai tassi d’interesse molto bassi che spingevano gli operatori a indebitarsi e giocare le loro partite su qualche tavolo più remunerativo. Bisogna dire che, parlando in generale, i tassi d’interesse sono molto bassi anche adesso. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 12/10/2010]