La Gazzetta dello Sport, 17 ottobre 2010
Secondo gli inquirenti (che considerano l’indagine «quasi conclusa»), Sarah Scazzi è stata uccisa così: la sera prima del delitto la vittima e sua cugina Sabrina avevano litigato, perché Sarah aveva raccontato delle molestie subìte dallo zio Michele Misseri, padre della stessa Sabrina
Secondo gli inquirenti (che considerano l’indagine «quasi conclusa»), Sarah Scazzi è stata uccisa così: la sera prima del delitto la vittima e sua cugina Sabrina avevano litigato, perché Sarah aveva raccontato delle molestie subìte dallo zio Michele Misseri, padre della stessa Sabrina. Il giorno dopo, verso le due e mezza, arrivata all’appuntamento con l’amica per andare al mare, Sabrina l’avrebbe costretta a raggiungere il padre nel garage. Qui, al culmine di una litigata furibonda in cui Sarah avrebbe insistito sulla storia delle molestie, Sabrina l’avrebbe tenuta ferma e il padre Michele l’avrebbe strangolata con una corda. Uscita dal garage, mentre il padre nascondeva il corpo sotto una coperta, Sabrina avrebbe incontrato Mariangela Spagnoletti, la terza ragazza che doveva andare al mare. Mariangela ha sempre detto di aver trovato Sabrina in mezzo alla strada. La versione di Sabrina, invece, è che lei si trovava sulla veranda e di non aver visto davanti al portone del garage il padre Michele.
• E la violenza sessuale?
Non si capisce. Lo stato colliquativo in cui fu ritrovato il corpo non ha permesso agli anatomopatologi neanche di stabilire se una violenza ci sia davvero stata. In generale, la ricostruzione offerta dalla procura non è del tutto convincente. Il range delle ipotesi che si facevano ieri sera, cercando di capir qualcosa da un caso che a questo punto appare assai ingarbugliato, erano – come si dice – a 360 gradi: il padre s’è inventato la corresponsabilità della figlia per avere uno sconto di pena (tesi degli avvocati di Sabrina, che si dicono certi della sua innocenza); la prima versione, in cui avrebbe agito da solo, è quella autentica; oppure, addirittura, l’assassina è Sabrina e il padre, scoperto il delitto commesso dalla figlia, si sarebbe autoaccusato per proteggerla. Cedendo solo adesso, a causa del martellamento subito negli interrogatori.
• Dove si trova adesso Sabrina?
Nel carcere di Taranto. L’hanno interrogata per una notte e poi portata via con un cappuccio in testa, per non mostrarne la faccia ai giornalisti. Nega tutto. Piange sempre. Gli abitanti di Avetrana non sanno che cosa pensare. Concetta, la madre di Sarah, s’è lasciata intervistare (senza telecamere) da un giornalista di Chi l’ha visto?. Gli ha detto: «L’ho avuta accanto tutti questi giorni. Ha ripetuto le stesse cose come leggendo un copione. Sarà la seconda Franzoni perché negherà sempre tutto». Quindi la madre crede alla sua colpevolezza. La sorella più grande di Sabrina, Valentina, è invece sicura: «È innocente, ne sono certa, non ha fatto nulla». Nei giorni scorsi Valentina aveva assicurato di conoscere molto bene Sabrina: «Appena dice una bugia, me ne accorgo subito». Gli avvocati di Sabrina chiedono: «Come si fa a credere a un pazzo come quello? A uno che ha cambiato versione quattro volte?». A quanto si capisce è stato proprio il padre, alla fine, ad accusare la figlia. Gli inquirenti non potevano credere che avesse combinato tutto da solo. Misseri ha ceduto e gli ha dato ragione.
• L’ipotesi che potesse esserci una questione di gelosia per via di questo bel ragazzo, questo Ivano che piaceva a tutt’e due?
No, Ivano non c’entra. Nella conferenza stampa, il procuratore capo di Taranto, Franco Sebastio, ha sostenuto che il movente del delito è “intra-familiare”. Non ha voluto aggiungere di più per non compromettere le indagini. Ha anche precisato che nel posto dove Michele Misseri ha bruciato lo zainetto e gli abiti di Sarah sono stati rinvenuti «frammenti delle cuffiette del cellulare della ragazza» e «in un terzo luogo, distante sia dal punto dove il cadavere è stato nascosto sia da dove sono stati bruciati gli abiti della quindicenne, è stata rinvenuta la batteria del cellulare». Lo stesso Misseri l’avrebbe lanciata dalla sua auto in corsa.
• La storia del cellulare è la più misteriosa. Perché non l’ha buttato via subito in qualche campagna che non avesse niente a che fare con lui, perché gettarne via prima un pezzo, poi l’altro…
Secondo Sebastio questo dipende da un desiderio a livello subcosciente di autopunirsi, cioè di farsi prendere. Desiderio spinto al punto di consegnare lui stesso il telefonino ai carabinieri. Sebastio precisa che questa ipotesi ha puro carattere «criminologico e psicologico». Cioè non ci sono riscontri obiettivi a suffragare questa tesi. Sabrina è accusata di concorso in omicidio volontario e sequestro di persona. Gli inquirenti la ritengono estranea al vilipendio e occultamento di cadavere. Padre e figlia saranno messi a confronto domani, intorno a mezzogiorno. Si tratta di un “incidente probatorio” – non ripetibile – in cui le dichiarazioni dei due soggetti saranno, come si dice, “cristallizzate”. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 17/10/2010]