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 2010  ottobre 22 Venerdì calendario

Le ultime novità sul caso Scazzi sono queste: Sabrina resta in carcere perché potrebbe inquinare le prove; la accusano di concorso in omicidio volontario e sequestro di persona; Cosima - zia di Sarah, madre di Sabrina e moglie di Michele Misseri – sapeva più o meno quello che era successo, ma ha coperto i familiari

Le ultime novità sul caso Scazzi sono queste: Sabrina resta in carcere perché potrebbe inquinare le prove; la accusano di concorso in omicidio volontario e sequestro di persona; Cosima - zia di Sarah, madre di Sabrina e moglie di Michele Misseri – sapeva più o meno quello che era successo, ma ha coperto i familiari.

Quindi è indagata?
No.

In che modo Sabrina potrebbe inquinare le prove, a quasi due mesi dalla scomparsa?
Non lo so.

Chi ha preso decisioni come queste?
Il giudice Martino Rosati. Un’ordinanza di 21 pagine in cui si accetta lo scenario ipotizzato dalla procura di Taranto, scenario che si basa sull’ultima versione del delitto fornita da Michele Misseri: ammazzamento in garage, Sabrina che tiene ferma Sarah cinturandola, Michele che ci mette cinque minuti a soffocarla con una fune. Il giudice scrive che quella di Sabrina Misseri è stata «un’azione cruenta, protrattasi per lungo tempo fino a che Sarah non è caduta al suolo». Il cinturamento di Sarah da parte di Sabrina viene definito «un decisivo contributo agevolatore dell’evento delittuoso». «Tutti i concorrenti», modo con cui il gip definisce Michele e Sabrina, erano mossi dalla «volontà di realizzare l’evento delittuoso», dalla «consapevolezza» di quello che stavano facendo e dalla «coscienza e volontà di contribuire al verificarsi del reato». Finale: l’omicidio di Sarah è stata «un’azione preordinata più grave di quella programmata».

Non ho capito niente.
L’ultima frase potrebbe significare questo: Michele e Sabrina volevano dare una lezione a Sarah e all’inizio non pensavano di ucciderla. Poi «l’evento» gli è sfuggito di mano. Badi, che tiro a indovinare anch’io, l’italiano del giudice Rosati è di fatto un guazzabuglio. I «tre momenti» in cui il gip sente il bisogno di incardinare «l’evento» dimostrerebbero che i due erano consapevoli di quello che stavano facendo, cioè coscienti, cioè in sé. Vale a dire – suppongo - non si potranno tirar fuori, poi, incapacità, magari momentanee, di intendere e di volere di lui o di lei. Detto questo, più passano i giorni e più scende la nebbia. In che modo Sarah è arrivata in garage? E come mai voleva andare a vivere dai Misseri, se lo zio la molestava? E come mai Sabrina, che le era tanto amica da aver progettato, quando fosse stata maggiorenne, di prender casa con lei, avrebbe poi dato una mano a farla fuori? Da parecchie testimonianze risulta che Sarah era assai affezionata a questo zio Michele: e allora le molestie? Ma facciamo un ragionamento al contrario: Michele sta coprendo il vero assassino e ha mentito su tutta la linea. Non è stato lui a uccidere, il delitto non è avvenuto in garage, l’arma del delitto non è la corda. Del resto, che c’è di strano? Sarah era diretta a casa di Sabrina, con l’idea di andare al mare. E sarà salita in casa. E sarà stata uccisa qui. Infatti si aspettano con una certa ansia i rilievi fatti nella villetta di via Grazia Deledda, perché quest’idea del delitto a casa ce l’hanno anche gli investigatori. Questa versione dei fatti, più lineare, presenterebbe un solo problema: bisogna far arrivare il corpo di Sarah fino al portabagagli della macchina, cioè Michele avrebbe dovuto mostrarsi in strada, e sia pure per qualche istante, col cadavere tra le braccia. Sembra rischioso, ma forse lo è meno di quello che sembra: le donne controllano che la via sia libera, il contadino Michele, dalle braccia forti, si carica i 40 chili di quel piccolo corpo e li chiude in macchina. Potrebbe averlo fatto anche di notte: tutta la ricostruzione del delitto si basa su modi e tempi forniti da Michele. Ma dopo 40 giorni, chi può verificare gli orari? Non è strana quella gita in macchina di Sabrina e Mariangela alle due e mezza del pomeriggio, con ritorno a casa? Non troppo strana, se nel frattempo mamma e papà stanno sistemando il cadavere. Resta un problema: il movente. La gelosia per Ivano, come ipotizza il gip nella sua ordinanza? La gelosia per il padre che voleva troppo bene a questa nipote (e non la molestava)? L’invidia per una cugina troppo carina? La rabbia che Sarah fosse troppo cresciuta e sempre meno governabile? Sembrano tutte pochezze, rispetto all’orrore di quello che è successo.

Che altro deve ancora accadere?
Lunedì prossimo si dovrebbero conoscere i risultati delle perizie sul cellulare della vittima e sulla Seat Marbella con cui Misseri avrebbe trasportato il cadavere. E questa è la notizia più importante. Per il resto, la Sciarelli ha fatto sapere di aver ricevuto da Sabrina un sms con le parole «Mi faccio schifo, sono l’unica che non è andata, ma non ce l’ho fatta» riferito al giorno dei funerali di Sarah. Ieri la zia Emma – sorella di Cosima – ha dato uno schiaffo a un operatore tv troppo insistente, gridando alla folla dei reporter: «Andate via! Che c’entriamo noi?». [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 22/10/2010]