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 2010  ottobre 28 Giovedì calendario

Oggi si capirà qualcosa sul Lodo Alfano e sulla sorte della legislatura…• Intanto vorrei capire qualcosa su questo lodo Alfano

Oggi si capirà qualcosa sul Lodo Alfano e sulla sorte della legislatura…

Intanto vorrei capire qualcosa su questo lodo Alfano. Prima di tutto: perché “lodo”?
Ma niente, quello è solo linguaggio giornalistico. L’espressione “Lodo Alfano” ha prima indicato una normalissima legge ordinaria che tutelava le prime quattro cariche dello Stato (i presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera e del Consiglio), nel senso che sospendeva i processi a loro carico fino al termine del mandato. La Corte costituzionale giudicò quel testo incostituzionale. Una delle ragioni per cui era incostituzionale era la sua natura di “legge ordinaria”. La Consulta spiegò (anzi rispiegò) che norme di quella natura possono essere solo costituzionali. Tra una legge ordinaria e una legge costituzionale c’è una bella differenza: per la legge ordinaria, basta l’approvazione delle due camere. Per la legge costituzionale le due camere devono dire di sì due volte e i quattro passaggi parlamentari devono essere distanziati di sei mesi. Se alla fine la maggioranza che approva la nuova legge costituzionale non raggiunge i due terzi dell’assemblea, è ancora possibile indire un referendum abrogativo. Bossi ne sa qualcosa: una prima riforma costituzionale del federalismo venne rottamata con questo sistema. L’espressione “lodo”, per tornare alla sua domanda, è una curiosa invenzione di noi giornalisti: il “lodo” tecnicamente è il risultato di un “arbitrato”, cioè il testo che sancisce un accordo tra due parti in lite. In questo caso non c’entra niente.

Come mai se ne parla di nuovo, visto che la Corte costituzionale lo ha cassato?
Berlusconi lo ha fatto ripresentare in forma di legge costituzionale. Questo solo fatto – la “legge costituzionale” – dovrebbe rendere tutta la discussione relativamente tranquilla. Ammesso che non ci siano intoppi, il “Lodo Alfano costituzionale” vedrà la luce tra due anni minimo (cioè fine 2012). Nel frattempo i processi in cui il premier è coinvolto andranno avanti.

E allora?
Il Cavaliere si difende con una contraerea di leggi. In questo momento, lo tiene lontano dai tribunali il cosiddetto “legittimo impedimento”. È una legge ordinaria – in vigore – che permette al presidente del Consiglio e ai ministri di non rispondere alle eventuali chiamate dei tribunali dicendo semplicemente: «Ho da fare». Il tribunale, a quel punto, deve sospendere il processo per sei mesi. Capo del governo e ministri possono ricorrere a questo trucchetto tre volte. E guadagnare così un anno e mezzo. Il “legittimo impedimento” potrebbe però essere dichiarato incostituzionale dalla Corte il prossimo 14 dicembre e fare la fine del vecchio Lodo Alfano. In questo caso Berlusconi sarebbe nudo – giudiziariamente parlando -, ma potrebbe tirar fuori dal cassetto la legge sul processo breve, già approvata dal Senato, e farla passare velocemente anche alla Camera. Questa legge è stata concepita in modo da far andare più velocemente in prescrizione i processi: le difese ne avrebbero perciò un bel vantaggio. Solo che per essere davvero utile a Berlusconi dovrebbe essere retroattiva. E sulla retroattività i finiani hanno già detto che non ci stanno. Su questo punto, se mai ci si arriverà, il governo potrebbe cadere.

Torniamo al nuovo Lodo Alfano.
Se il Parlamento desse al nuovo Lodo Alfano una prima approvazione entro il 14 dicembre, la Corte costituzionale potrebbe rinviare l’esame sul legittimo impedimento. Berlusconi vuole guadagnare tempo. Il guaio è che un primo testo approvato dalla Commissione Affari costituzionali del Senato qualche giorno fa ha deformato il Lodo Alfano in questo modo: la legge è retroattiva; la legge è reiterabile. In questa versione l’hanno approvata anche i finiani, salvo essere sommersi dai fischi dei loro aficionados che frequentano Internet.

Quindi?
Sulla retroattività (cioè la sospensione vale anche per i processi cominciati prima dell’entrata in carica) Fini ha spiegato che è inevitabile. Sulla reiterabilità (scusi il termine) invece c’è battaglia. Che cos’è la reiterabilità? Io uso lo scudo della legge finché sono presidente del Consiglio e, se divento presidente della Repubblica, lo uso di nuovo. Anche se i processi sono solo sospesi è un bel salvagente: dodici anni senza render conto di quello che (eventualmente) si è commesso. I finiani oggi pomeriggio vogliono emendare questo punto ed è possibile che prendano i voti anche del Pd. Fini ha detto che sulla “reiterabilità” il governo rischia di cadere, perché loro non la voteranno mai. Altri del Fli, proprio ieri, hanno detto che il «contesto è cambiato», dunque il Lodo Alfano costituzionale non va approvato in nessun caso. Il Fli, come vede, è spaccato, e intanto s’annunciano defezioni, sia alla Camera che al Senato, di peones pidiellini che non vogliono correre il rischio di essere mandati a casa e, caduto Berlusconi, sono pronti a votare un governo tecnico che tenga in piedi la legislatura. Ci metta un “forse” su quasi ogni riga di quello che ho detto e avrà fotografato la nebbia da cui siamo circondati. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 28/10/2010]