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 2010  novembre 03 Mercoledì calendario

Ieri, all’inaugurazione del ciclo e motociclo alla Fiera di Milano-Rho, Berlusconi ha pronunciato la seguente battuta: «Da sempre conduco un’attività ininterrotta di lavoro, se qualche volta mi succede di guardare in faccia qualche bella ragazza… Meglio essere appassionati di belle ragazze che gay»

Ieri, all’inaugurazione del ciclo e motociclo alla Fiera di Milano-Rho, Berlusconi ha pronunciato la seguente battuta: «Da sempre conduco un’attività ininterrotta di lavoro, se qualche volta mi succede di guardare in faccia qualche bella ragazza… Meglio essere appassionati di belle ragazze che gay».

Che ne dice?
Intanto è sbagliata logicamente: per i maschi a cui piacciono i maschi è meglio essere appassionati di maschi. La battuta sottintende che i gay siano degli infelici, dei disgraziati, dei malati? Giudizio grave. E impolitico: la comunità omosessuale rappresenta un bacino di consenso importante, che sta tra il 7 e l’8 per cento dell’elettorato. La battuta è veramente una battuta, cioè fa ridere? Purtroppo no, non fa ridere nessuno. La battuta dimostra che il presidente del Consiglio è superiore a certe pretese del political correct, che il presidente del Consiglio è uno che alla fine le canta chiare e dice quello che in fondo gli italiani pensano davvero, anche se non osano confessarlo, e cioè che essere gay è una disgrazia? Il politicamente corretto è di una noia insopportabile, e ci sarebbeto tante ragioni e tanti modi per criticarlo. Ma qui non c’entra niente. La frase è un concentrato di razzismo: razzismo verso i gay e razzismo verso le donne. Che cosa sono le belle ragazze? La bellezza di qualcuno o di qualcosa non è per niente pacifica.

Come si spiega un’uscita simile?
Una bassezza nei confronti di Nichi Vendola (che gli ha risposto). Un modo furbo di stornare l’attenzione generale dal caso Ruby. Il sottinteso è: basta con Ruby, ricominciamo a raccontare barzellette, per favore. Su Ruby, in quella stessa sede, Berlusconi ha detto: «Quello che ho fatto è stato per bontà, vedrete che tutto si risolverà in una tempesta di carta: vedrete che alla fine verrà fuori che non è stato altro che un atto di solidarietà che mi sarei vergognato di non fare, e invece l’ho fatto, lo faccio continuamente perché sono fatto così da sempre». Ha detto anche un’altra spiritosaggine: «Ho un problemino, avrei da sistemare in qualcuno di questi stand una certa Ruby».

Si risolverà tutto in una tempesta di carta?
Ieri sono trapelate indiscrezioni su una certa inchiesta palermitana in cui una escort di nome Nadia Macrì sostiene di essere andata a letto col premier due volte e sempre per denaro (cinquemila euro a prestazione). Anche qui ci sarebbero le feste/orgia organizzate ad Arcore (se era Arcore: la ragazza non ricorda). Questa Macrì racconta anche di avere avuto una storia con Brunetta, storia da escort, voglio dire. Trecento euro, vestiti e regali. I magistrati di Palermo trasmetteranno tutto a Milano, perché il filone sembrerebbe lo stesso di Ruby, che intanto ha compiuto 18 anni e si fa intervistare da tutti. Emilio Fede, che dice di non aver ricevuto finora nessun avviso di garanzia né per la storia di Ruby né per altre storie e di non aver mai sentito nominare Nadia Macrì, ammonisce: «Ormai sta diventando un gioco pericoloso e ai magistrati vorrei dare un suggerimento, mettetele tutte in galera, anzi meglio: in manicomio. Tutto ciò sta creando dei precedenti pericolosi. È chiaro che chiunque vuole farsi un po’ di pubblicità può fare il mio nome. Siamo ormai al limite del ricatto, infatti consiglierei ai magistrati di ammanettare tutte queste donne con l’accusa di tentata estorsione».

Politicamente?
Le spiegazioni di Maroni sulla telefonata da Palazzo Chigi alla Questura di Milano sono state rinviate alla settimana prossima, forse martedì, in Senato. La Lega avrà così il tempo di valutare il discorso che Fini farà a Perugia domenica in occasione della convention di Futuro e Libertà. Le attese per questo intervento sono a dir poco spasmodiche: il presidente della Camera ha promesso che se sarà accertata la veridicità della telefonata di Berlusconi al capo di gabinetto della Questura, chiederà le dimissioni del premier e annuncerà quindi il divorzio dall’attuale maggioranza, seguito da voto contrario o astensione dall’esterno. Berlusconi potrebbe essere costretto a salire subito al Quirinale, ma forse – tatticamente – per Fini farebbe uno sbaglio. Se cade Berlusconi, tutte le componenti del vecchio centro-destra devono riamalgamarsi. Senza partito, non si vince nessuna elezione.

Si potrebbe mantenere l’attuale maggioranza a sostegno di un governo capeggiato da un uomo diverso da Berlusconi?
Se ne parla. L’uomo potrebbe essere Letta, che a quanto pare non vuole saperne. L’altro nome – ovvio – è Tremonti. La Lega grida che l’unica strada, in caso di crisi, sono le elezioni, annuncia manifestazioni di milioni di padani ecc. Se ci pensa, non potrebbe dire altro. Che cosa avvenga in concreto, dietro il paravento di questi proclami, si può immaginare, ma non sapere con certezza. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 3/11/2010]