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 2010  novembre 20 Sabato calendario

L’Ansa ieri ha messo in rete un dispaccio secondo cui il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, starebbe valutando l’ipotesi di dimettersi dal governo e dal Pdl a causa di insanabili contrasti con i vertici campani del partito e per l’incapacità dei coordinatori di affrontare i problemi interni del partito in Campania

L’Ansa ieri ha messo in rete un dispaccio secondo cui il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, starebbe valutando l’ipotesi di dimettersi dal governo e dal Pdl a causa di insanabili contrasti con i vertici campani del partito e per l’incapacità dei coordinatori di affrontare i problemi interni del partito in Campania. La decisione sarà presa il prossimo 14 dicembre, dopo i voti di fiducia della Camera e del Senato. Alla base della scelta vi sarebbero anche gli attacchi «volgari e maligni» che le sono stati portati da altri esponenti del Pdl: Giancarlo Lehner, Alessandra Mussolini e Mario Pepe.

Smentite?
Il ministro fino a questo momento non ha né confermato né smentito. Altre fonti raccontano che, saputa la cosa, Berlusconi – dal Portogallo – le ha telefonato. I due avrebbero conversato a lungo. Su questa chiacchierata non ci sono indiscrezioni.

In che consistono questi attacchi «volgari e maligni»?
L’altro giorno a Montecitorio la Mussolini, vedendo la Carfagna parlare con Bocchino, ha tirato fuori il cellulare e scattato una foto. Il ministro si è girato e ha esclamato: «Brava, brava». La Mussolini ha risposto (con tono pacato): «Vergogna», spiegando poi: «Non si può tenere una gamba di là e una di qua». Secondo la Mussolini persiste un’intesa politica tra Carfagna e Bocchino. La dimostrazione sarebbe questa: nell’ultimo consiglio dei ministri la competenza sui termovalorizzatori è stata trasferita dalle Province Regione, con questo esautorando il presidente della provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, notoriamente nemico della Carfagna (che è salernitana); Bocchino poi si sarebbe battuto, con successo, per spostare 20 milioni al ministero per le Pari Opportunità. I contrasti con Mario Pepe, deputato pidiellino, risalgono all’epoca in cui lo stesso Pepe era coordinatore di Forza Italia a Salerno. Anche qui, questioni locali. Ieri, intervistato da Radio Radicale, Pepe ha detto che la Carfagna deve troncare il «rapporto intimo e di amicizia con Bocchino che indigna i deputati del Pdl». L’attacco di Giancarlo Lehner, pure lui deputato di Berlusconi, risale a settembre: «Un punto da chiarire dentro il Pdl è con chi sta il ministro Mara Carfagna» anche qui riferendosi ai rapporti con Bocchino. La Carfagna gli rispose mettendo in bella evidenza sul suo blog (www.maracarfagna.net) la seguente dichiarazione: «Sono e resterò sempre fedele agli elettori del Popolo della libertà e al governo del quale mi onoro di far parte. Non ho condiviso e non potrò mai condividere alcuna scelta che vada contro l’interesse della maggioranza, dell’esecutivo e, quindi, del Paese. Da qui il mio totale sostegno a Silvio Berlusconi, dimostrato dai fatti, cioè dagli atti di governo, prima che dalle parole». Era il 7 settembre.

Che cosa può essere successo dal 7 settembre ad oggi?
Le agenzie di ieri, riferendo le varie reazioni, davano importanza agli attacchi interni e alle reazioni del ministro che si vogliono emotive, probabilmente perché è una donna. Direi che la cosa va valutata, invece, sotto il profilo politico, dato che Mara Carfagna è un uomo politico e mi pare restìa ai colpi di testa. L’anno scorso partecipò alle regionali e prese 57 mila preferenze, un risultato eccezionale. Lei sa che con le liste bloccate delle politiche non si sa mai quanto vale, in termini di voti, un parlamentare. Correndo alle regionali, il ministro dimostrò di avere un grande seguito in Campania. Ora, il 14 dicembre, si spariglieranno non solo i giochi relativi al governo, ma anche quelli relativi al partito. L’anno prossimo si vota per il sindaco di Napoli. A Stefano Lorenzetto, pochi giorni fa, il ministro ha detto che si candiderebbe volentieri «a patto che cambiassero gli attuali vertici del Pdl in Campania». C’è poi la questione della lotta interna al partito, che riguarda non solo i tre coordinatori (su cui ha molti dubbi anche Berlusconi), ma anche la forma da dare allo stesso Pdl: una formazione vecchia maniera, con segreteria, direzione, eccetera, come vorrebbe Cicchitto? Un partito leggero, come pensano Gelmini, Frattini e la stessa Carfagna?

Mi sta dicendo che la Carfagna ha delle ambizioni?
È naturale. Un certo giorno Gianni Letta ha diramato ai membri del governo l’ordine con cui si assegnano le poltrone ai ministri durante le cerimonie ufficiali (legge 14/4/2006). Le Pari Opportunità sono al diciottesimo posto. Una che ha avuto 57 mila preferenze alle regionali potrebbe volere di più. Soprattutto quando sa che si stanno per ridistribuire le carte.

E la faccenda di Bocchino? E le accuse della Guzzanti, con le intercettazioni eccetera?
Alt. L’insinuazione (indimostrata) che ci sia stata una storia tra Carfagna e Bocchino dovrebbe costare in termini di immagine più a Bocchino, che è sposato con due figli, che alla Carfagna. La Guzzanti ha lanciato accuse pesantissime, su cui non c’è il minimo riscontro. Le due dovrebbero trovarsi presto in tribunale. Fino a prova contraria, sono tutte calunnie. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 20/11/2010]