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 2010  novembre 27 Sabato calendario

La Procura di Roma ha mandato avvisi di garanzia a grossi personaggi del giro Finmeccanica: Luigi Martini e Guido Pugliesi, rispettivamente presidente e amministratore delegato dell’Enav; Marina Grossi, responsabile della Selex Sistemi Integrati e, soprattutto, moglie di Pier Francesco Guarguaglini, presidente di Finmeccanica

La Procura di Roma ha mandato avvisi di garanzia a grossi personaggi del giro Finmeccanica: Luigi Martini e Guido Pugliesi, rispettivamente presidente e amministratore delegato dell’Enav; Marina Grossi, responsabile della Selex Sistemi Integrati e, soprattutto, moglie di Pier Francesco Guarguaglini, presidente di Finmeccanica. Le persone coinvolte sono una decina. La Guardia di Finanza e i carabinieri del Ros hanno perquisito la sede dell’Enav a Roma e quelle di otto altre aziende che hanno avuto appalti dall’Enav. Visite mirate anche in casa di Marina Grossi e Guarguaglini. La Grossi è accusata di corruzione.

Che avrebbero fatto?
Sono almeno due inchieste, che si sovrappongono tra loro e vanno a intersecare anche dossier giudiziari aperti proprio su Finmeccanica, che è indagata dalle procure di Trapani, Bari, Napoli e Roma. Prima inchiesta: Claudio Salvati, che tra il 2003 e il 2007 è stato direttore pianificazione e controllo di gestione dell’Enav, viene improvvisamente licenziato in tronco da Pugliesi, ricorre in tribunale, vince la causa e fa uscire una storia di bilanci taroccati allo scopo di garantire al vertice aziendale premi di produttività non meritati. Secondo Salvati, Pugliesi avrebbe intascato illegittimamente nel triennio 2006-2008 270 mila euro. Questa è la parte più semplice dell’affare (ammesso che Salvati abbia ragione). La parte più complicata viene dopo: quando si scopre o si crede di scoprire che intorno a Finmeccanica vorticano centinaia di aziende collocate in tutto il mondo che, secondo quanto sospettano i magistrati, sono servite per riciclare fondi neri e tangenti, a loro volta depositati in decine e decine di paradisi fiscali.

Ma l’Enav? Intanto: che cos’è l’Enav?
“Ente nazionale di controllo di assistenza al volo”, interamente posseduta da Finmeccanica, che a sua volta, per un 30%, è in mano al Tesoro. Stiamo quindi parlando di denaro che appartiene anche al contribuente. Enav ci è familiare per via dei controllori di volo, che ogni tanto scioperano facendoci arrabbiare. Stavolta si tratta di ben altro. La seconda inchiesta riguarda infatti la Vitrociset, società che oggi si chiama Techno Sky. Enav l’ha comprata nel 2006 pagandola 109 milioni di euro. Uno degli advisor di Enav sostiene invece che il prezzo giusto sarebbe stato di 80 milioni. Il direttore generale dell’Enav, Massimo Garbini, ha detto l’altra sera a Paolo Mondani di Report: «Quello non è un acquisto, non è un affare, è un vero investimento. Io l’avrei pagata anche di più».

Bah, non mi sembrano due inchieste tanto importanti da farne il Fatto del Giorno.
Sbaglia, perché cadono in un contesto giudiziario esplosivo e potrebbero far da detonatore a ben altro. Il contesto è quello di Finmeccanica, 18 miliardi di fatturato, 77 mila dipendenti (di cui 43 mila in Italia, 10 mila nel Regno Unito, 12 mila negli Usa, 3.700 in Francia). Finmeccanica significa elicotteri, aerei da guerra, radar, sistemi elettronici molto sofisticati, servizi satellitari, treni, generatori e turbine per la produzione di energia. È nel gruppo dei primi cinque al mondo. I magistrati sospettano che Guarguaglini abbia messo in piedi un sistema fatto così: si prende una piccola azienda, la si riempie di commesse per aumentarne il valore, poi a un certo punto la si compra, strapagandola e dividendosi i soldi in più. Badi che è tutto da dimostrare.

Come si difende Guarguaglini?
«Sono assolutamente sereno, però anche dispiaciuto e arrabbiato. Sono tutte balle, balle che fanno male a me, e fanno male alle famiglie dei nostri dipendenti, all’azienda e ai nostri fornitori. L’ho già detto tante volte, e lo ripeto, non abbiamo alcun fondo nero». E a quanto pare è vero, però con questo particolare (secondo i magistrati): il denaro proveniente da sovraffaturazioni o tangenti veniva collocato in socetà estere che poi venivano acquistate. Anche Berlusconi s’è indignato con i giudici: «Sono preoccupato perché Finmeccanica è un asset straordinario del Paese, ha firmato adesso un contratto da un miliardo e mezzo per forniture alla Russia, mi auguro che queste indagini portino a nulla, come sono convinto che sia, e comunque considero suicida che il Paese proceda contro chi costituisce con la propria capacità operativa la forza del Paese».

Come fa a essere così sicuro che questi non siano dei farabutti?
Non lo so. Le indagini hanno scoperto nessi – che sarebbe troppo lungo raccontare qui – con il faccendiere Mobkel, con il finanziere Lorenzo Cola, con Nicola Di Girolamo, che falsificò le schede per essere eletto al Senato. Cola, dal carcere, a quanto pare sta parlando. Se esiste, è un giro corruttivo tutto di centro-destra, con una preponderanza degli ex di Alleanza Nazionale.
La Procura di Roma ha mandato avvisi di garanzia a grossi personaggi del giro Finmeccanica: Luigi Martini e Guido Pugliesi, rispettivamente presidente e amministratore delegato dell’Enav; Marina Grossi, responsabile della Selex Sistemi Integrati e, soprattutto, moglie di Pier Francesco Guarguaglini, presidente di Finmeccanica. Le persone coinvolte sono una decina. La Guardia di Finanza e i carabinieri del Ros hanno perquisito la sede dell’Enav a Roma e quelle di otto altre aziende che hanno avuto appalti dall’Enav. Visite mirate anche in casa di Marina Grossi e Guarguaglini. La Grossi è accusata di corruzione.

Che avrebbero fatto?
Sono almeno due inchieste, che si sovrappongono tra loro e vanno a intersecare anche dossier giudiziari aperti proprio su Finmeccanica, che è indagata dalle procure di Trapani, Bari, Napoli e Roma. Prima inchiesta: Claudio Salvati, che tra il 2003 e il 2007 è stato direttore pianificazione e controllo di gestione dell’Enav, viene improvvisamente licenziato in tronco da Pugliesi, ricorre in tribunale, vince la causa e fa uscire una storia di bilanci taroccati allo scopo di garantire al vertice aziendale premi di produttività non meritati. Secondo Salvati, Pugliesi avrebbe intascato illegittimamente nel triennio 2006-2008 270 mila euro. Questa è la parte più semplice dell’affare (ammesso che Salvati abbia ragione). La parte più complicata viene dopo: quando si scopre o si crede di scoprire che intorno a Finmeccanica vorticano centinaia di aziende collocate in tutto il mondo che, secondo quanto sospettano i magistrati, sono servite per riciclare fondi neri e tangenti, a loro volta depositati in decine e decine di paradisi fiscali.

Ma l’Enav? Intanto: che cos’è l’Enav?
“Ente nazionale di controllo di assistenza al volo”, interamente posseduta da Finmeccanica, che a sua volta, per un 30%, è in mano al Tesoro. Stiamo quindi parlando di denaro che appartiene anche al contribuente. Enav ci è familiare per via dei controllori di volo, che ogni tanto scioperano facendoci arrabbiare. Stavolta si tratta di ben altro. La seconda inchiesta riguarda infatti la Vitrociset, società che oggi si chiama Techno Sky. Enav l’ha comprata nel 2006 pagandola 109 milioni di euro. Uno degli advisor di Enav sostiene invece che il prezzo giusto sarebbe stato di 80 milioni. Il direttore generale dell’Enav, Massimo Garbini, ha detto l’altra sera a Paolo Mondani di Report: «Quello non è un acquisto, non è un affare, è un vero investimento. Io l’avrei pagata anche di più».

Bah, non mi sembrano due inchieste tanto importanti da farne il Fatto del Giorno.
Sbaglia, perché cadono in un contesto giudiziario esplosivo e potrebbero far da detonatore a ben altro. Il contesto è quello di Finmeccanica, 18 miliardi di fatturato, 77 mila dipendenti (di cui 43 mila in Italia, 10 mila nel Regno Unito, 12 mila negli Usa, 3.700 in Francia). Finmeccanica significa elicotteri, aerei da guerra, radar, sistemi elettronici molto sofisticati, servizi satellitari, treni, generatori e turbine per la produzione di energia. È nel gruppo dei primi cinque al mondo. I magistrati sospettano che Guarguaglini abbia messo in piedi un sistema fatto così: si prende una piccola azienda, la si riempie di commesse per aumentarne il valore, poi a un certo punto la si compra, strapagandola e dividendosi i soldi in più. Badi che è tutto da dimostrare.

Come si difende Guarguaglini?
«Sono assolutamente sereno, però anche dispiaciuto e arrabbiato. Sono tutte balle, balle che fanno male a me, e fanno male alle famiglie dei nostri dipendenti, all’azienda e ai nostri fornitori. L’ho già detto tante volte, e lo ripeto, non abbiamo alcun fondo nero». E a quanto pare è vero, però con questo particolare (secondo i magistrati): il denaro proveniente da sovraffaturazioni o tangenti veniva collocato in socetà estere che poi venivano acquistate. Anche Berlusconi s’è indignato con i giudici: «Sono preoccupato perché Finmeccanica è un asset straordinario del Paese, ha firmato adesso un contratto da un miliardo e mezzo per forniture alla Russia, mi auguro che queste indagini portino a nulla, come sono convinto che sia, e comunque considero suicida che il Paese proceda contro chi costituisce con la propria capacità operativa la forza del Paese».

Come fa a essere così sicuro che questi non siano dei farabutti?
Non lo so. Le indagini hanno scoperto nessi – che sarebbe troppo lungo raccontare qui – con il faccendiere Mobkel, con il finanziere Lorenzo Cola, con Nicola Di Girolamo, che falsificò le schede per essere eletto al Senato. Cola, dal carcere, a quanto pare sta parlando. Se esiste, è un giro corruttivo tutto di centro-destra, con una preponderanza degli ex di Alleanza Nazionale. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 27/11/2010]