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 2010  dicembre 07 Martedì calendario

Niente, niente, niente. Il marocchino arrestato l’altro giorno è probabilmente innocente, altre perlustrazioni alla ricerca del corpo non hanno dato risultati, gli stessi volontari si sono fermati in attesa di indicazioni su che cosa si debba fare a questo punto per Yara Gambirasi, la ragazza scomparsa il tardo pomeriggio di venerdì 26 novembre senza lasciare la minima traccia

Niente, niente, niente. Il marocchino arrestato l’altro giorno è probabilmente innocente, altre perlustrazioni alla ricerca del corpo non hanno dato risultati, gli stessi volontari si sono fermati in attesa di indicazioni su che cosa si debba fare a questo punto per Yara Gambirasi, la ragazza scomparsa il tardo pomeriggio di venerdì 26 novembre senza lasciare la minima traccia. Quanto alle manifestazioni di razzismo vanno scemando. Maroni: «Non vorrei che un cartello messo da una persona che ha un atteggiamento che lo stesso sindaco di Brembate, un leghista, ha condannato, e che io condanno, diventi il simbolo di quella comunità, che è operosa e accogliente».

Ho l’impressione che si siano un po’ tutti scoraggiati.
Sembra che sia così. C’è anche una diversità di vedute tra gli inquirenti. I carabinieri sono convinti che questo Mohamed Fikri in qualche modo c’entri. La polizia, cioè la squadra mobile, segue a quanto pare ipotesi completamente diverse. Ieri in carcere s’è svolta l’udienza di convalida del fermo, con nuovo interrogatorio di Mohamed da parte del giudice per le indagini preliminari, Vincenza Maccora (due ore di domande e risposte). Il magistrato ha detto che si pronuncerà martedì. I difensori hanno chiesto la scarcerazione sostenendo che gli indizi a carico del loro assistito sono deboli.

È vero?
Mah, praticamente di tutto l’impianto accusatorio, ancora in piedi ieri, non è rimasto niente. Il viaggio in Marocco, che tanto ha insospettito i carabinieri, era stato programmato da un mese e mezzo, come ha confermato il datore di lavoro di Fikri e come ha detto anche suo cugino Abderrazzaq, che vive con lui e con altri due marocchini in un condominio di piazza IV Novembre a Montebelluna in provincia di Treviso. Il datore di lavoro di Fikri lo ha anche accompagnato a Montebelluna col suo furgone bianco l’ultimo giorno di lavoro. Il biglietto per il Marocco, comprato lunedì 29 novembre, era un andata-e-ritorno con rientro in Italia già programmato per febbraio. Non sembra il tipo di viaggio che prenoterebbe un latitante. La frase detta al telefono e che pareva molto grave («Allah mi protegga, non ho ucciso quella ragazza») è stata tradotta male (adesso è sicuro). Siamo quindi lontanissimi da qualcosa che possa essere considerato una prova. Fikri, che era stato interrogato per due ore anche prima del suo mancato viaggio in Marocco (rimandato a casa senza conseguenze), ha sempre negato tutto, e i cronisti che hanno interrogato i suoi amici si sono sentiti rispondere che è una bravissima persona. Al cantiere di Mapello dicono di non conoscerlo. «Qui molte lavorazioni vengono appaltate all’esterno, è un viavai continuo». Il cugino racconta che venerdì scorso aveva parlato con Mohamed del sequestro di Yara. Fikri conosceva Yara? No, non la conosceva. «Era molto tranquillo mentre ne chiacchieravamo. Non è che poi ne abbiamo parlato a lungo. La cosa sembrava coinvolgerlo poco». A questo punto Mohamed sembrerebbe solo un poveraccio precipitato in un guaio gigantesco.

Gli italiani coinvolti?
Per ora i magistrati smentiscono tutto. Altri dicono che gli inquirenti sanno cose che non vogliono però far circolare.

Le ricerche?
Nulla di fatto nelle fonderie Mazzucconi di Ambivere. Ieri sera i vigili del fuoco hanno svuotato e dragato un invaso d’acqua nei pressi del cantiere edile di Mapello. Non è stato trovato niente neanche lì. Ma guardi che, ammesso che la povera Yari sia stata violentata e uccisa – l’ipotesi a cui credono di più in questo momento il pm Letizia Ruggeri e il procuratore aggiunto Massimo Meroni – trovare il corpo secondo me è difficilissimo.

Perché?
Ragioniamo un momento a mente fredda. L’assassino ha rapito la sua vittima senza violenze, perché nessuno s’è accorto di niente e una colluttazione anche minima lascia tracce. Credo quindi che il killer sia stato capace di far salire la bambina sulla sua macchina spontaneamente. Non è difficile, sa? «Abbi pazienza cara, è mezz’ora che giro e sbaglio tutte le svolte, mi porti esattamente all’incrocio dove devo girare?, sali su un attimo via…». Un uomo in giacca e cravatta, giovane, dall’aria per bene… Un criminale abile, si direbbe: ha immediatamente messo fuori uso il cellulare. Erano poi le sette di sera di un venerdì. Aveva a disposizione tutta la notte e i due giorni del week-end, prima di doversi far rivedere al lavoro. Si rende conto di quanto tempo ha avuto a disposizione per allontanarsi in qualunque direzione e di quanti chilometri voleva? Non è poi detto che questo sconosciuto sia per forza un killer. La tratta delle bianche esiste. Non è strano che un trafficante, tra i tanti posti in cui cerca le sue vittime, vada a vedere le gare femminili di ginnastica ritmica. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 7/12/2010]