Comandini, 6 marzo 1861
Emendamento al Senato di Parigi
• A Parigi al Senato è adottato per il testo dell’indirizzo questo emendamento: «i ricordi degli amici di Magenta e di Solferino le fanno un dovere di tenerne conto.» Il periodo dell’indirizzo era questo: «Essa (l’Italia) si ricordi sopratutto che il cattolicismo le ha confidato il Capo della chiesa, il rappresentante della più gran forza morale dell’umanità: gl’interessi religiosi della Francia le domandano di non dimenticarlo: gli amichevoli ricordi di Magenta e di Solferino ci fanno sperare che essa ne terrà conto.»
Circa il potere temporale del papa il paragrafo dell’indirizzo diceva: «Per l’avvenire noi continueremo a porre la nostra fiducia nel monarca che copre il papato con la bandiera francese, che l’ha assistito nelle sue prove, e si è costituito, per Roma e il trono pontificio, la sentinella più vigile e più fedele.» L’emendamento è questo: «Per l’avvenire continueremo a porre la nostra fiducia nel monarca che copre il papato con la bandiera francese e mantiene a Roma la sovranità temporale della santa sede, sulla quale posa l’indipendenza della sua autorità spirituale.»
Casabianca, a nome della maggioranza della Commissione lo respinge; domanda la fiducia verso l’Imperatore: nè questi nè il suo governo pensano ad abbandonare il capo della cattolicità. Burqueney, il duca di Padova e Barthe appoggiano l’emendamento; questi rimprovera al Piemonte di avere seguiti i consigli dell’Inghilterra, disprezzando quelli della Francia. Baroche combatte l’emendamento: il progetto di indirizzo dice quanto basta: non vi è alcun indizio che debbano essere richiamate le truppe francesi da Roma; al contrario. L’emendamento è respinto da 79 contro 61.