Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  marzo 15 Lunedì calendario

Sotto inchiesta per abusivismo finanziario

• Novantasette promotori finanziari di Banca Fideuram sono finiti sotto inchiesta per abusivismo finanziario: secondo l’accusa, aiutavano i clienti ad esportare all’estero capitali illegalmente accumulati in Italia (con il tradizionale metodo degli spalloni e delle valigette piene di banconote oppure con il sistema della compensazione attraverso i canali della loro banca) e poi, retrodatati i documenti bancari, li facevano rientrare grazie allo “scudo fiscale”. Bruno Tinti, procuratore aggiunto e capo del pool reati finanziari a Torino, ha spiegato a La Repubblica: “Il punto di partenza è lampante: il denaro non ha odore, né colore, né targa. La legge consentiva di far rientrare capitali illegalmente esportati all´estero, in forma anonima e pressochè gratuita (salvo un piccolo obolo del 2,5 per mille allo Stato). Impossibile distinguere fra quelli “soltanto” illegalmente esportati e quelli anche illegalmente accumulati. Impossibile perfino stabilire se quelli “sbiancati” dalla legge fossero effettivamente all´estero oppure venissero portati all´estero all´ultimo momento, “retrodatati” e riciclati legalmente. Il risultato è che lo Stato si è messo in concorrenza con i canali del riciclaggio, offrendo condizioni enormemente più vantaggiose: se un mafioso dà un miliardo da ripulire, gliene ritornano indietro circa 600 milioni “lavati”. Con lo scudo fiscale, gliene tornano 997,5. Un bel vantaggio”. I promotori si difendono dando la colpa ai clienti: “Quei commercianti e imprenditori che hanno fatturato in nero, non solo chiedono servizi del genere, ma li considerano proprio quelli che fanno la differenza”. Tra gli accusati di usura e riciclaggio c’è anche Franco Baresi, ex capitano del Milan e della nazionale: “Non vedo rispetto per le persone. Sono accuse false”. [Giorgio Dell’Arti]