vanity, 17 marzo 2004
Tre ragazzini albenesi morti in Kosovo
• Dalle parti di Mitrovica in Kosovo, una banda di teppisti serbi insegue con i cani quattro ragazzini albanesi. Questi per salvarsi si tuffano in un fiume e tre di loro annegano. Segue la vendetta degli albanesi del Kosovo. 15 morti il primo giorno, 31 alla fine della settimana. I militari della Nato non sembrano capaci di farci niente. Si decide di inviare qualche rinforzo, si sa già che non servirà. I soldati italiani in Kosovo sono 2700, arriveranno presto altri 130 parà della Folgore. La situazione è senza vie d’uscita perché è vero che sono adesso i kosovari albanesi a far fuoco e fiamme, ma i serbi, che per ora si limitano a scappare, non sono contrari alla ripresa della guerra civile. Gli uni e gli altri puntano a creare nel Kosovo due regioni autonome, una serba e una albanese. I serbi, tra l’altro, se si riaprisse la trattativa (trattato di Dayton del 1995), chiederebbero l’annessione della zona serba della Bosnia e punterebbero poi a formare la Grande Serbia sotto Belgrado. Il premier di Belgrado, Kostunica, ha subito proposto di dividere il Kosovo in cantoni etnici. Ci sono albanesi anche in Macedonia e anche qui una riapertura della partita potrebbe provocare un ridisegno del territorio. Gli albanesi sono musulmani, i serbi cristiani. Il Kosovo è uno snodo fondamentale nel traffico internazionale di ragazze e di droga. Non produce niente, campa per il 70 per cento dei soldi che gli arrivano dalla comunità internazionale. [Giorgio Dell’Arti]