vanity, 29 marzo 2004
Il caso di Jessica Lynch
• Un anno fa il mondo si commuoveva per il caso di Jessica Lynch, 19 anni, sergente della 507esima Compagnia manutenzione, di servizio in Iraq, a Nassiriya, durante l’invasione americana. Fatta prigioniera il 23 marzo in un’imboscata (cinque morti, quattro feriti, sette dispersi tra cui lei), era stata liberata in soli venti minuti dai Black Hawk, in un’azione che aveva fatto il giro dei teleschermi di tutto il mondo e impressionato per efficienza e rapidità. S’era poi visto che la liberazione era stata abbastanza montata dagli americani, per ragioni di propaganda. Ma a Jessica, che era stata trovata veramente piena di fratture e ferite da coltello (disse pure d’esser stata stuprata), la simpatia del mondo non venne meno per questo. Tornata a casa dai suoi, a Palestine (West Virginia), apparve però scossa, rinviò il matrimonio col sergente Contreras previsto per giugno e si lagno d’esser stata fatta passare per eroina “mentre non ho sparato un colpo, il mio fucile s’era inceppato”. [Giorgio Dell’Arti]