vanity, 3 aprile 2004
Berlusconi attacca l’Europa
• Berlusconi ha attaccato l’Europa, sostenendo che la fa troppo lunga con i parametri di Maastricht e che prima dei parametri (la “stabilità”) devono venire la crescita e lo sviluppo. La parola “parametri” allude alla regola del 3 per cento, secondo cui in nessun paese dell’Unione europea il rapporto tra deficit e Pil può superare il 3 per cento. Se si tagliano le tasse, il deficit sale, perché si incassano meno soldi. A meno che nel frattempo non salga anche il Pil. Dice Berlusconi che, tagliando le tasse, gli italiani avranno più soldi, quindi spenderanno, quindi le imprese dovranno produrre di più e il Pil salirà. Questo concetto viene sintetizzato nella formula “curva di Laffer”: Laffer era un economista dello staff del presidente Reagan e dice la leggenda che tracciò sul retro di una busta questa famosa curva, secondo la quale abbgassando le tasse lo Stato avrebbe incassato più soldi. Studi furibondi fatti in seguito hanno mostrato che la curva sarà pure discutibile, ma almeno nel breve periodo è valida. Dagli Stati Uniti verrebbe adesso una conferma: Bush ha tagliato le tasse, l’economia è ripartita, i posti di lavoro nell’ultimo semestre sono aumentati di mezzo milione. Però queste cose non succedono in un giorno e ci sarebbe perciò in ogni caso un periodo in cui i soldi non si incassano più, ma l’economia non è ancora ripartita. Ecco, eventualmente, lo sfondamento del 3 per cento. Si prepara (e forse, mentre leggete queste righe, è già arrivato) un avviso dell’Europa all’Italia, che potrebbe preludere a una sanzione economica. Avviso e sanzione vanno però approvati dagli altri partners e in particolare da francesi e tedeschi. Senonché Francia e Germania, l’anno scorso, avevano sfondato il 3 per cento e non furono sanzionati proprio grazie all’atteggiamento comprensivo dell’Italia. Perciò, si dice, restituiranno il favore. Però Francia e Germania non hanno un debito pubblico come il nostro (debito che Berlusconi e Tremonti hanno ereditato) pari addirittura al 106 per cento del Pil. E dunque, forse, il favore non lo restituiranno (anche perché Berlusconi non gli piace). [Giorgio dell’Arti]