vanity, 5 aprile 2004
Uccisa bambina di due anni e mezzo
• Maria Geusa, di due anni e mezzo, che un uomo alto e grosso aveva consegnato all’ospedale di Città di Castello all’una, è morta trentatrè ore dopo nonostante interventi chirurgici di ogni tipo che hanno tentato di salvarla da ferite alla testa, ferite alla faccia, ferite all’addome, lesioni e lacerazioni interne e esterne, traumi che subito si son visti provocati anche da atti sessuali. L’uomo alto e grosso è stato identificato in Giorgio Giorni, di anni 32, piccolo imprenditore edile. Ha detto al magistrato che la bambina era caduta ai giardini. Il magistrato, Giuseppe Petrazzini, lo ha messo subito in carcere. Qui l’uomo non ha aperto bocca per tre giorni, infine ha confessato il delitto, negando però la violenza sessuale. La bambina era figlia dei coniugi Tiziana Deserto e Massimo Geusa, pugliesi, venuti a lavorare in Umbria un anno fa. La Deserto, casalinga, alta e forte, ha 31 anni. Il marito, muratore-piastrellista, mingherlino, 30. Giorni gli dava da lavorare. Una vicina di casa dice che Giorni e Tiziana andavano a letto insieme, che Tiziana avrebbe detto più volte a lei: “Giorgio è il mio nuovo uomo”. Tiziana ha querelato. Il marito dice che non ci crede. E’ certo che Giorgio Giorni, lunedì 5 aprile alle otto del mattino, è andato a prendere la bambina a casa di Tiziana e l’ha portata da qualche parte. E’ certo che a casa di Giorni si sono trovate tracce di sangue, capelli, materiale pornografico non pedofilo e un paio di scarpette rosa. La vicina dice che Tiziana, subito dopo che lui s’è presa la bambina, s’è fatta bella (“Come sto? Come sto?”) e poi l’ha raggiunto. Tra le nove del mattino e l’una c’è un buco. E’ certo che all’una la bambina era in condizioni tali che, dopo, hanno persino rinunciato a espiantarle gli organi, tanto erano mal ridotti. I carabinieri pensano che qualcun altro abbia partecipato al crimine. [Giorgio Dell’Arti]