vanity, 24 maggio 2004
Striscia di Gaza: 350 case demolite a Rafah
• Tutto è cominciato quando la Corte Suprema israeliana ha autorizzato l’esercito a demolire circa 350 case a Rafah, estremo sud della Striscia di Gaza. L’idea dei comandi militari di Gerusalemme era scavare un tunnel, il corridoio Philadelpi, per impedire ai gruppi radicali palestinesi di contrabbandare armi o far entrare miliziani dall’Egitto. Nasce così l’Operazione Arcobaleno: martedì decine di tank e soldati, appoggiati da elicotteri Apache, sono entrati a Rafah cercando terroristi e cominciando a demolire edifici. In cinque giorni almeno 43 palestinesi sono morti. L’episodio più grave s’è verificato otto giorni fa, quando una manifestazione di palestinesi che chiedeva all’esercito israeliano di togliere il blocco al campo profughi di Tel el Sultan, è stata colpita da proiettili sparati da elicotteri e cannoni: il corteo ha sbandato, la gente è stata presa dal panico. Quando la polvere s’è diradata, a terra c’erano almeno otto morti e decine di feriti. Tra le vittime molti bambini, che gli adulti hanno portato a braccia verso l’ospedale di Rafah. L’esercito israeliano s’è scusato e a Gerusalemme stanno pensando di risarcire i proprietari delle case demolite, ma il ministro della Difesa Mofaz ha chiarito che l’operazione verrà portata a termine comunque. Onu e Ue hanno duramente condannato la strage di civili e persino gli Stati Uniti hanno chiesto moderazione. Dietro l’operazione Rafah, c’è probabilmente la debolezza di Sharon, messo in crisi dal suo stesso partito, il Likud, che ha bocciato il piano di ritiro unilaterale da Gaza proposto dal governo. [Giorgio Dell’Arti]