vanity, 24 maggio 2004
Torture ad Abu Ghraib
• Gli abusi contro i prigionieri iracheni non servivano a raccogliere informazioni, né erano dovuti a ordini superiori: è stato il divertimento a spingere alcuni soldati americani di stanza ad Abu Ghraib a torturare i detenuti, o al massimo la voglia di punirli per “motivi disciplinari”. L’ha rivelato il Washington Post, che cita alcuni documenti segreti su quanto avveniva a novembre nella prigione di Baghdad. Tra le scoperte, anche che i veri interrogatori erano affidati all’intelligence e avvenivano “in una baracca di legno” inaccessibile ai non addetti. Intanto è arrivata la prima condanna per lo scandalo di Abu Ghraib: il soldato Jeremy Sivitis, riservista 24enne, è stato condannato a un anno di prigione, degradato e espulso dall’esercito. Ma l’immagine degli Stati Uniti è appannata: sui media sono comparse nuove foto delle torture e la guerriglia continua a colpire in tutto l’Iraq (senza contare che la settimana scorsa alcuni elicotteri Usa hanno bombardato una festa di nozze uccidendo 40 persone). [Giorgio Dell’Arti]