vanity, 20 maggio 2004
Berlusconi: l’Italia ancora in Iraq
• Silvio Berlusconi è andato in Parlamento a dire che “l’Italia resterà in Iraq, fedele alla sua missione di pace e alle alleanze, sin quando non saranno sconfitte le bande armate”. Il premier, di ritorno da un viaggio negli Usa in cui aveva incontrato Bush e Kofi Annan, ha ufficializzato “la svolta” strategica della coalizione: l’Onu assumerà un ruolo centrale e diventerà “gradualmente l’unico interlocutore del governo iracheno” (Usa e Gran Bretagna hanno già messo insieme una bozza di risoluzione in cui c’è più o meno scritto questo). Il centrosinistra invece, con l’eccezione dell’Udeur, ha votato insieme a Rifondazione comunista una mozione che chiede il ritiro del contingente italiano. Molti commentatori hanno fatto notare come l’Ulivo, che ha sempre chiesto un maggior impegno dell’Onu in Iraq, abbia deciso di chiedere il ritiro proprio mentre l’inviato delle Nazioni Unite, Lakhdar Brahimi, sta per comunicare la composizione del nuovo governo di transizione (in carica fino alle elezioni del gennaio 2005). Il presidente dovrebbe essere Adnan Pachachi, vecchio liberale, ben visto a Washington. [Giorgio Dell’Arti]