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 1861  febbraio 13 calendario

Scoppia a Gaeta un magazzino di polveri

• Il fuoco degli assedianti fa oggi scoppiare a Gaeta un altro magazzino di polveri. Tutto il bastione detto di Transilvania è rovesciato. Vengono riprese le trattative per la resa, che è conclusa alle ore 6 p. nella villa di Caposele in Castellone, quartier generale del gen. Cialdini fra il gen. Menabrea e il colonnello Piola Caselli per parte del comando piemontese, e dei generali Antonelli Francesco e Goduti Palca e del colonnello Giov. Delli Franci per parte della piazza di Gaeta, ed è poco dopo ratificata dal gen. Cialdini e dal gen. Francesco Milon. La guarnigione, cui sono concessi gli onori di guerra, resta prigioniera fino alla resa delle fortezze di Messina e di Civitella del Tronto • «Il giorno 13, proprio mentre le trattative venivano concluse, il bombardamento sulla fortezza diventò parossistico, tanto che saltò in aria il deposito munizioni della batteria Transilvania, che conteneva diciotto tonnellate di polvere e numerosi esplosivi. Morirono due ufficiali e oltre cinquanta militari, molti civili e si ebbero numerosi feriti, che non potettero essere aiutati perché i piemontesi avevano concentrato il fuoco proprio sul luogo dell’esplosione. Durante il vile bombardamento i piemontesi applaudivano al massacro. Questo era il generale Cialdini, a cui i piemontesi hanno dedicato monumenti, piazze e caserme! La capitolazione, avvenuta nella villa di Caposele in Castellone, fu firmata due ore dopo, mentre ancora continuava il criminale bombardamento. Parteciparono alle trattative, per i Duosiciliani, il generale Antonelli, capo di Stato Maggiore dell’Armata di Terra, il barone Pasca dell’Armata di Mare, e il Delli Franci. Per i piemontesi furono incaricati il generale Menabrea e il colonnello Caselli. La guarnigione sarebbe rimasta prigioniera fino alla resa delle fortezze di Civitella del Tronto e di Messina. Le nostre perdite all’interno di Gaeta consistettero in 506 morti per ferite e 307 per malattia, 743 dispersi e circa 800 feriti fuori della piazzaforte. I piemontesi, che non effettuarono mai un assalto alla fortezza, ebbero solo 50 morti e 350 feriti» (Antonio Pagano) • Sul trattamento di soldati e ufficiali borbonici dopo la presa di Gaeta leggi qui l’articolo di Gigi Di Fiore).