vanity, 9 febbraio 2005
Prescrizione per Lollo, Clavo e Grillo
• Condannati nel dicembre del 1988 per un delitto commesso nel 1973 (aver provocato un incendio in casa dei fratelli Mattei, giovani fascisti di Primavalle a Roma, facendoli morire bruciati), Achille Lollo, Marino Clavo e Manlio Grillo non hanno fatto neanche un giorno di carcere, perché nel frattempo sono scappati all’estero, e lo scorso 9 febbraio sono definitivamente usciti dai guai perché la loro condanna a 18 anni è caduta in prescrizione. Però Achille Lollo, in Brasile, aveva voglia di parlare, ha ricevuto l’inviato del Corriere della Sera e ha detto che nel delitto Mattei erano coinvolte a vario titolo altre tre persone: Diana Perrone, Elisabetta Lecco e Paolo Gaeta. Su questo, infinito batti e ribatti fra destra e sinistra e intrecci abbastanza deprimenti tra le varie memorie storiche (cioè i torti) a cui ogni pezzo d’Italia ha diritto. La Procura di Roma ha comunque aperto un fascicolo, per ora senza ipotesi di reato, con l’idea di formulare un’accusa legata al reato di strage e portare in tribunale i tre menzionati da Lollo, anche se Lollo e gli altri furono condannati per incendio e doppio omicidio colposo, non per strage. La famiglia Mattei ha denunciato adesso Franco Piperno, Lanfranco Pace (vertice di Potere Operaio) e Valerio Morucci (brigatista rosso, che scoprì subito la verità sul rogo) come mandanti morali della strage.Valentino Parlato, fondatore del “manifesto”, ha definito quella di Lollo “un’uscita moralmente poco nobile, la vendetta di un poveraccio”. Oreste Scalzone, da Parigi, fa sapere di essere stato lui il primo a organizzare la fuga di Achille Lollo e Marino Clavo. Anche Piperno rilascia interviste a tutto spiano, di cui non vale la pena dar conto. [Giorgio Dell’Arti]