5 giugno 1967
Scoppia la guerra dei sei giorni
• Alle 7.45 del mattino l’aviazione israeliana ha lanciato un attacco a sorpresa contro l’aviazione egiziana, annientandola quasi completamente a terra. Dei 420 aerei da combattimento di costruzione sovietica a disposizione, 286 sono stati distrutti dopo le due ondate di attacco, ed insieme a loro sono state rese inutilizzabili le piste di decollo, lasciando praticamente le forze armate egiziane senza copertura aerea. Nelle ore successive la stessa sorte è toccata all’aviazione siriana, che se pure non ha il numero di velivoli egiziani, dispone di aerei di ultima generazione. Inoltre, non appena terminato il primo attacco aereo contro l’Egitto, Israele ha dato il via alle operazioni di terra, entrando nella striscia di Gaza e successivamente nella penisola del Sinai. Dalle 10 del mattino i cannoni giordani hanno iniziato a bombardare Gerusalemme Ovest e Tel Aviv, mentre i 24 Hawker Hunter in dotazione hanno attaccato tre campi di aviazione israeliani, ma senza grandi risultati. La reazione israeliana non si è fatta attendere: per prima cosa l’aviazione ha distrutto i campi di atterraggio di Mafraq ed Amman e quindi, con una seconda missione, la totalità dei modernissimi Hawker Giordani. Nel corso del pomeriggio le brigate corazzate israeliane hanno contrattaccato a Gerusalemme e a Jenin, entrando quindi in Cisgiordania per la prima volta dal 1948.