vanity, 20 febbraio 2006
Violenze in Sardegna
• Una cittadina di Guspini, in Sardegna, ha il marito in carcere, tre figlie e una di queste di 14 anni. Si mette insieme a un Marco T. di 41 anni, tossicodipendente e violento. Costui picchia molto spesso la sua compagna davanti alle bambine. La figlia di 14 anni conduce una vita troppo facile per la sua età: tardi la notte, giri con sbandati, va notoriamente a letto con chi capita, cambia amichetto ogni settimana. Un giorno il patrigno picchiatore se la porta in un casolare e vuol farle quello che ci si immagina. La ragazzina, dato che l’uomo è un drogato, gli propone per prudenza di accontentarsi di una fellatio. L’altro accetta. La madre della ragazzina, e sua compagna, lo denuncia. Segue processo e condanna. Ma, poiché allo stupratore non sono state concesse attenuanti, i suoi avvocati ricorrono in Cassazione e la Cassazione (III sezione penale) dice che le attenuanti devono essere riconosciute perché la sentenza parla di stupro ripetuto, mentre la ragazzina sarebbe stata violentata una sola volta (quella del rapporto orale) e in secondo luogo perché la ragazzina appare esperta e capace di “orientare il rapporto”. Dunque, secondo la Cassazione, Marco T. è un violentatore, sì, ma fino a un certo punto. naturalmente scoppiato il finimondo perché la III sezione sembra suggerire che l’illibatezza o meno della violentata sia questione rilevante nella valutazione della colpa. Vale a dire: se una donna non è più vergine, la violenza carnale è meno grave. La sentenza non finirà nel massimario, che raccoglie solo i princìpi validi nell’orientamento di tutti i processi. La protagonista della storia adesso ha 22 anni e vuole farsi una famiglia, trovare un lavoro ed essere dimenticata. Marco T. e la madre della ragazza hanno intanto avuto due figli, respingono ogni addebito e la madre fa anche sapere di avere ritirato la denuncia presentata a suo tempo. Però dei suoi cinque figli quattro le sono stati tolti e affidati o a case d’accoglienza o a famiglie disposte ad adottarli. [Giorgio Dell’Arti]