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 2010  aprile 10 Sabato calendario

Incidente aereo: morto il Presidente polacco

• Il Tupolev Tu-154 diretto a Katyn con a bordo il vertice dello Stato polacco – presidente della Repubblica e signora, presidente della Banca polacca, capi di Stato maggiore, ministri e sottosegretari, autorità di tutti i tipi, per un totale di 96 persone – non riusciva ad atterrare all’aeroporto di Smolensk. Una nebbia fittissima impediva di vedere non solo la pista, ma tutto il paesaggio circostante, e per parecchi chilometri. I controllori di volo russi, dopo un primo vano tentativo dell’aereo di scendere a terra, hanno consigliato con forza di dirigersi su Minsk o su Mosca, ad appena 250 chilometri di distanza. I due piloti hanno invece voluto provare ancora: una seconda, una terza, una quarta volta mentre i russi gridavano in cuffia: «Ora basta! Siete pazzi! Raddrizzatevi e andate da un’altra parte!». Al quarto tentativo, l’apparecchio ha toccato con la coda la cima di un gruppo di alberi, e s’è schiantato al suolo. Tutti morti. Mai nella storia una nazione era stata decapitata della sua classe dirigente in questo modo.

• È certo che i due piloti sono stati costretti a tentare l’atterraggio su Smolensk dallo stesso presidente della Repubblica, il celebre Lech Kaczynski che, col fratello gemello Jaroslaw, dominava da dieci anni la scena politica polacca. Era già capitato che Kaczynski pretendesse, per ragioni sue, un atterraggio nel luogo previsto nonostante le condizioni del tempo avverse. Stavolta si trattava di rendere omaggio alle vittime della foresta di Katyn, 22 mila militari polacchi fatti ammazzare da Stalin nell’aprile del 1940, e il presidente non voleva mancare l’incontro con i giornalisti, atterrati a Smolensk poco prima senza problemi. . Kaczynski ha certamente proibito ai piloti di andare da un’altra parte, perché aveva bisogno che i media cominciassero subito a riferire il suo discorso sul massacro di Katyn, l’infamia comunista, e il resto. Kaczynski e suo fratello hanno fatto della memoria e del processo implacabile al passato il perno della loro azione politica. Atterrare altrove, e senza i media presenti, sarebbe stato politicamente un errore.

• Jaroslaw Kaczynski, il gemello del presidente morto, non si trovava sull’aereo di Smolensk perché la madre s’era ammalata di influenza e i due s’erano messi d’accordo che toccassse a lui restarle accanto per assisterla. Jaroslaw non è più primo ministro dal 2007. Lui e Lech, quando erano al potere insieme, hanno fortemente spinto la Polonia a destra: filoamericani, nemici dichiarati della Russia, hanno accettato entusiasticamente di ospitare lo scudo spaziale di Bush e appoggiato il presidente georgiano Saakashvili nella guerra contro Mosca. Molto poco europeisti, a un certo punto hanno proposto che il voto polacco contasse non per gli abitanti che il Paese ha oggi, ma in base a quelli che avrebbe avuto se la Seconda guerra mondiale non li avesse falcidiati. Il nuovo premier, Donald Tusk (assente anche lui a Smolensk), ha, dopo il 2007, lavorato a riequilibrare un minimo la posizione del suo Paese e recuperato le relazioni con Mosca. Le funzioni di presidente della Repubblica sono in questo momento svolte dal presidente della Camera Bronislaw Komorowski, del movimento Piattaforma civica, e candidato alle presidenziali che, a questo punto, saranno anticipate a giugno (dovevano svolgersi a ottobre). È possibile che a opporglisi sarà proprio il gemello sopravvissuto, Jaroslaw. Prima dell’incidente i sondaggi davano nettamente in testa Komorowski. [Giorgio Dell’Arti]