vanity, 6 marzo 2006
Gheddafi
• Gheddafi ha problemi con gli estremisti islamici che stanno in Libia, ha dovuto scarcerare ottanta Fratelli Musulmani e, come tutti quelli che hanno questioni di politica interna piuttosto complicate da gestire, ha cercato di distrarre i suoi avversari facendo la voce grossa in politica estera. Ha ricominciato perciò a prendersela con l’Italia, accusata di avere un ministro razzista e fascista (Calderoli). I morti di Bengasi, ha detto, non sono stati provocati dalle vignette danesi, ma dal ricordo cocente della dominazione coloniale italiana. “I libici vi odiano”. Come si potrebbe mitigare quest’odio? Pagando, naturalmente. Qui Gheddafi, però, non ha tutti i torti: nel ’56 c’eravamo impegnati con re Idris a costruire un ospedale a Tripoli, nel 1984 non era neanche stato progettato e Andreotti promise al colonnello una struttura da cento letti. Gheddafi s’arrabbiò e ne pretese 1200. Non avendoli avuti, quando s’è sentito proporre da Berlusconi un investimento di 63 milioni di euro per un ospedale, ha chiesto piuttosto la costruzione di una litoranea tra l’Egitto e Tunisi che costerebbe tre miliardi. Il nostro premier se l’è data a gambe levate. E’ vero però anche che il governo libico deve a un centinaio di aziende italiane 627 milioni di dollari. [Giorgio Dell’Arti]