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 2006  aprile 01 Sabato calendario

Il caso Alessi

• Il muratore Mario Alessi, 44 anni, ha strangolato e poi finito con una badilata il bambino Tommy, 18 mesi, epilettico, sequestrato un mese fa a Casalbaroncolo (Parma). Lui e il suo complice, Salvatore Raimondi, 27 anni, stavano fuggendo sul motorino, tenevano il bambino in mezzo, erano agitati per quel che avevano fatto e, vedendo una macchina con una lampeggiante, si sono spaventati, sono caduti, si sono rialzati, sono scappati nel bosco di Sant’Ilario e si sono nascosti. Ma il bambino non la finiva di piangere. Allora Alessi gli ha messo le mani intorno al collo e ha stretto. Poi, siccome non era sicuro che fosse morto, gli ha tirato un colpo di badile in faccia.

• Alessi s’è visto in televisione in questo mese, ha detto che Tommy era un delizioso fagottino e ha lanciato un appello ai rapitori perché fosse liberato. La moglie, Antonella Conserva, sua complice, disse indignata a un certo punto ai giornalisti della tv che Paolo Onofri, prima di parlare, avrebbe fatto bene a pulire la sporcizia che aveva in casa. Uno dei sensi di colpa che ora tutti ci sentiamo addosso è l’aver creduto a lungo che il padre fosse in qualche modo coinvolto. Il padre, saputa la notizia dalla tv (sabato sera, verso le sette e mezza, quando Alessi ha finito di confessare), ha lanciato un urlo e ha maledetto la sua ingenuità: di Alessi e di Raimondi s’era fidato, gli avevano fatto i lavori in casa, tutti eseguiti a puntino e senza pretendere troppi soldi. La moglie dell’assassino e sua complice, Antonella Conserva, portava il suo bambino a giocare con i figli di Onofri, le due mamme facevano merenda insieme e stavano tante volte a chiacchierare, a un certo punto la Conserva s’era offerta di fare da baby-sitter a Tommy. E intanto Alessi andava elaborando il suo piano balordo. Ad Agrigento una prima moglie con due figli grandi da mantenere, altri debiti per 120 mila euro: perché non rapire per qualche ora il piccolo Tommy e costringere così il padre ad andare di corsa all’ufficio postale di cui era direttore, aprire la cassaforte e tirar fuori un milione di euro? Sembrava possibile, sembrava facile. Ed è durato solo mezz’ora.

• L’angoscia provocata dall’assassinio di Tommy e la concomitanza con la campagna elettorale avrebbe potuto indurre a una facile propaganda in favore della pena di morte. Alessandra Mussolini ha chiesto che gli assassini di Tommy siano giustiziati, Pier Ferdinando Casini ha proclamato che se lui non fosse cristiano a questo punto la pena di morte la vorrebbe, ma per il resto i partiti si sono detti tutti contrari. Anzi la Lega ha immediatamente bacchettato il senatore Ettore Pirovano che domenica mattina aveva messo in giro una sua dichiarazione favorevole al patibolo. Sia il ministro della Giustizia Castelli che il quotidiano del partito La Padania hanno dichiarato che la Lega è contraria alla pena di morte e si tratta, invece, di garantire a chi commette crimini di questa gravità un ergastolo duro e senza sconti. Raimondi aveva precedenti per rapina, era schedato e una sua impronta sullo scotch ha permesso di trovare i colpevoli. Alessi, il capo, pochi anni fa ha sequestrato una coppia, legato il fidanzato e violentato la ragazza davanti a lui, raccomandandosi che guardasse. Era stato condannato per questo (anche se l’appello è in corso) e invece girava libero. [Giorgio Dell’Arti]