vanity, 21 maggio 2006
Un’ora di palla a volo per Erika
• Erika De Nardo, 22 anni, condannata a 16 anni per aver massacrato la madre e il fratellino (Novi Ligure, 21 febbraio 2001), ha giocato per un’ora a palla a volo su un campo di Buffalora, vicino a Brescia, ed è poi subito rientrata a Verziano, il carcere che si trova alle porte della città. Ci dovrà restare ancora dieci anni: la Cassazione ha infatti respinto la richiesta di concederle la libertà condizionale con trasferimento in comunità perché la ragazza “non ha dato segni di sicuro ravvedimento”. Viene in effetti descritta come una donna che ha una gran cura di sé e ostenta indifferenza per tutto. Le compagne di cella volevano in qualche modo protestare per la sentenza della Cassazione e lei avrebbe semplicemente mormorato: “Lasciate perdere”. Non sembra interessarle neanche un ruolo di leader, che le compagne sarebbero disposte a riconoscerle. Del delitto, a quanto si sa, non ha parlato mai. I medici definiscono la sua condizione come “marcato assetto schizoide che scinde costantemente i fattori affettivi da quelli cognitivi". Gli psichiatri dicono che è una malata bisognosa di cure e che il carcere è inutile. Omar, il suo complice di allora, ha protestato perché a lui non è stata concessa nessuna ora di palla a volo. Erica diede in escandescenze e insultò pesantemente i giudici, nel giorno della sentenza, perché il tribunale aveva dato a Omar due anni meno che a lei. [Giorgio Dell’Arti]