vanity, 31 maggio 2006
Il discorso del governatore
• Ogni 31 maggio il governatore della Banca d’Italia pronuncia un discorso che fa il punto sulla situazione economica e indica le priorità principali. Per Draghi, nominato lo scorso Natale, era la prima volta e il suo discorso – breve, sobrio – è stato accolto da una valanga di consensi. Troppi, si direbbe: non c’è nessun partito pronto ad applicare infatti la sua ricetta. Che è questa: tagliare la spesa pubblica per 3 punti di Pil (2 per rientrare nei parametri di Maastricht e 1 per finanziare il taglio del cuneo fiscale e gli investimenti produttivi, fa 45 miliardi di euro), no ai condoni, alzare l’età della pensione, punire le Regioni che spendono troppo, difendere “non il posto di lavoro, ma il lavoratore” (cioè devo poterti licenziare, ma bisogna che mentre ti cerchi un altro posto qualcuno ti assista). Quanto alle banche, sue amministrate: fanno pagare troppo i clienti, imparino a investire, si aspettino un mercato più libero, cessino di credere di poter far sistema o cartello con la benevola protezione della Banca d’Italia. Anche i banchieri hanno detto che il discorso è stato magnifico. Chi sa se lo pensano davvero. [Giorgio Dell’Arti]